A dispetto della tanto paventata e ostentata apertura mentale, l’omosessualità per alcuni rimane un pesante tabù, e, almeno per una volta, non serve andare a cercare tanto lontano, in quei paesi in cui i gay rischiano il carcere – nelle migliori delle ipotesi – o sono sottoposti alle più incredibili torture, se non addirittura alla pena di morte.
Basti pensare a una delle passioni che accomuna più persone al mondo: lo sport. Per quanto si parli sempre di elasticità mentale e ci si riempia la bocca di bei messaggi contro l’omofobia e l’intolleranza, nel mondo degli atleti non sempre è facile dichiarare la propria omosessualità senza vivere nel costante incubo di essere isolato o di vedere persino messa a repentaglio la propria carriera.
Se al già palpabile, per quanto non dichiarato apertamente, ostracismo che circonda il mondo dello sport si aggiunge poi il pregiudizio di alcuni dei suoi rappresentanti di spicco, certamente tutto questo non può che contribuire a inasprire ulteriormente la questione, rendendo ancor più difficile, per i soggetti protagonisti, parlarne.
Per questo il gesto compiuto dal rugbista australiano Simon Dunn ha una doppia valenza: subito dopo la vittoria di una partita della squadra londinese dei Kings Cross Steelers, il bel Simon, che è anche un affermato bobbista, ha baciato Felix Maisey-Curtis, compagno di squadra e di vita.
Non lo ha fatto solo per sdoganare definitivamente il tabù dell’omosessualità nello sport – da diverso tempo Dunn lotta per una maggiore inclusività dei gay nel suo mondo e invita i colleghi omosessuali ad abbandonare la paura del giudizio facendo coming out – ma soprattutto per rispondere a Israel Falou, altro giocatore di rugby australiano, che all’inizio di aprile aveva risposto su Instagram a un follower, che gli chiedeva quali fossero i piani riservati da Dio per gli omosessuali, dicendo che “andranno all’inferno, a meno che non si pentano dei propri peccati”.
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Insomma, in barba alla discriminazione, ancora evidentemente molto radicata, almeno in alcuni, Simon ha voluto dare un’ennesima prova del fatto che non ci sia alcuna vergogna nell’essere dichiaratamente gay, e che la propria natura sessuale non dovrebbe interferire, in alcun modo, con la carriera professionale. Anche quando si è un asso dello sport.
Peccato che, leggendo le parole di Falou, rimanga la certezza che il cammino, per raggiungere davvero una libertà di pensiero e quella tanto sbandierata apertura mentale, sia ancora molto, molto lungo.
In gallery ripercorriamo la vicenda di Simon e i motivi per cui ha baciato il compagno dopo la vittoria della loro squadra.
Simon è un rugbista australiano dichiaratamente gay
Purtroppo il mondo dello sport è ancora un luogo in cui baciare il proprio partner dopo la vittoria della nostra squadra è visto come un atto di sfida o ribellione.
Ha detto Simon, che da anni lotta contro le discriminazioni degli omosessuali nello sport.
Il bacio della vittoria
Simon ha continuato spiegando perché abbia voluto condividere sui social la foto del bacio con il compagno Felix.
È un ambiente in cui i commenti omofobi di qualcuno possono essere difesi come ‘solo la sua opinione’ e questo è davvero preoccupante.
Ho dedicato la mia vita allo sport, e come atleta gay e orgoglioso continuerò a fare ciò che è naturale per me, e spero di abbattere moltissimi stereotipi nel mio percorso.
Il tag al rugbista che ha fatto commenti omofobi
Simon ha ri-postato la sua foto, taggando Israel Folau, che nei giorni precedenti si era reso protagonista di un’uscita davvero infelice.
"I gay andranno all'inferno"
Lo sportivo ventinovenne, che già in precedenza aveva espresso la propria opposizione rispetto al matrimonio tra persone dello stesso sesso, ha condiviso un’immagine del “Piano di Dio” sul suo account Instagram, e uno dei suoi followers gli ha chiesto: “Qual è il piano di Dio per gli omosessuali?”
In risposta, il giocatore dei Wallabies e dei Waratahs ha scritto: “L’inferno… A meno che non si pentano dei loro peccati e si rivolgano a Dio”.
Anche se l’infelice commento di Israel è stato cancellato, non ci è voluto molto perché i followers condividessero lo screenshot del post, rendendo pubblico il sentimento del giocatore verso gli omosessuali.
Simon ha giocato nella prima squadra australiana di rugby con giocatori omosessuali.
Simon Dunn ha fatto parte del Sydney Convicts Rugby club, prima squadra australiana di rugby con giocatori omosessuali. Quindi si è trasferito in Canada, dove gli è stata offerta l’opportunità di entrare nella squadra australiana di bob. È così diventato il primo sportivo australiano dichiaratamente gay a gareggiare per il proprio paese. Dopo il suo ritiro, nel 2016, si è invece trasferito a Londra dove ha iniziato a giocare nei Kings Cross Steelers, assieme a Felix Maisey-Curtis, il suo compagno.
Possente e con un obiettivo chiaro
Da molto tempo Simon lotta per far sì che anche nel mondo dello sport l’omosessualità non venga più considerata come un tabù da nascondere.
Simon ha ricevuto insulti per la foto
Simon Dunn ha spiegato di aver ricevuto molti insulti per la foto del suo bacio, più dei messaggi di supporto, “il che dimostra quanto lavoro abbiamo da fare prima che l’omofobia nello sport sia una questione definitivamente archiviata”.
Israel Falou è apertamente contro i matrimoni omosessuali
I commenti di Falou sono stati ritenuti contrari alla policy di inclusione adottata nel 2014 dal movimento rugbistico australiano, secondo cui
Il rugby è e deve continuare ad essere uno sport in cui giocatori, funzionari, volontari, sostenitori e amministratori hanno il diritto e la libertà di partecipare indipendentemente dal genere, dall’orientamento sessuale, dalla razza o dalla religione e senza timore di esclusione.
È contro la politica di inclusione adottata dalla federazione australiana
Non c’è spazio per l’omofobia – prosegue il comunicato della federazione australiana – o qualsiasi forma di discriminazione nel nostro gioco e le nostre azioni e parole sia dentro che fuori dal campo devono riflettere questo ideale.
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