Nella vita di Sharon Stone c’è sicuramente un prima e un dopo: bella, talentuosa, icona sexy degli anni ’90 per via di quella ormai iconica scena delle gambe accavallate in Basic Instinct, nel 2001 tutto ciò che Stone credeva o riteneva importante cambiò drasticamente: un ictus la colpì mettendola a rischio della vita, cosa che lei seppe solo più tardi, quando ormai si era – per fortuna – ripresa completamente o quasi. Ciò che le successe, e che influenzò per forza di cose anche la sua carriera e la sua situazione economica, non poté ovviamente non lasciare strascichi.

Sharon Stone oggi ritiene se stessa una persona cambiata, che naturalmente è stata modificata da quello spiacevole episodio, come ha raccontato sia nel suo libro, Il bello di vivere due volte, uscito nel marzo del 2021, che in un’intervista di quel periodo rilasciata al New Yorker.

Il bello di vivere due volte

Il bello di vivere due volte

Nel 2001 Sharon Stone ha un ictus che la mette in pericolo di vita. Da quel momento per l'attrice di Basic Instinct comincia una seconda vita, ricostruendo tutto con le proprie forze. Il Bello di Vivere Due Volte è un libro per chi si sente ferito e per chi si reputa un sopravvissuto, è l’esaltazione della forza e della resilienza femminili, è un bilancio di vita e una chiamata alle armi.
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Fino a quando non sono tornato a casa e ho letto la rivista People, non sapevo che avrei dovuto aspettare trenta giorni per vedere se sarei sopravvissuta. Nessuno me lo ha detto – ha spiegato – Anche vent’anni fa i diritti delle donne erano molto meno di adesso, e nessuno mi ascoltava, motivo per cui urlo ancora per essere ascoltata. Combatto ancora con i medici, perché vado nel panico quando le persone non mi ascoltano. È stato molto traumatico trovarsi in questa situazione, in cui posi la tua tazza di tè e non ricordi dove l’hai messa, non riconosci le persone che vanno e vengono e lotti per rimanere in vita.

[…] Mi sento quasi come se il mio DNA fosse cambiato. Ero una specie di persona in forma, con le curve, e ho perso il diciotto per cento della mia massa corporea. Non mi è mai piaciuto il curry, e poi è diventato una delle mie cose preferite. Sono diventata allergica al cibo che mi piaceva molto, è cambiato tutto. Ma provavo questa sensazione di calma, nonostante tutto stesse andando storto. Se vivevo, mi dicevo, lo facevo per una ragione.

Nel 2021 un’altra tragedia ha colpito Sharon Stone: il nipotino River, che non aveva neppure un anno, è morto a causa di una grave insufficienza che ha interessato più organi.

Nonostante la fama e il successo mondiale, però, la vita della ragazza nata a Meadville, in Pennsylvania, non è stata facile neppure prima dei drammi che si sono aggiunti con gli anni: nel libro Stone ha ricordato di essere stata molestata, assieme alla sorella Kelly (con cui non parla da tempo) dal nonno materno, Clarence Lawson; un episodio che la terapia le ha insegnato a considerare con un occhio diverso, ha spiegato nell’intervista, e di cui dice “Non ho nemmeno intenzione di definirmi una vittima. Mi definisco una sopravvissuta”.

Gli ultimi impegni lavorativi di Sharon Stone sono stati il film Panama Papers, nel 2019, e la serie tv Ratched, nel 2020.

 

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