Alcune tra noi le ricordano bene, altre più vagamente. E alcune di loro sono forse solo nomi su una cronaca che è quasi storia, anche se viene narrata sempre troppo poco. Si tratta delle signorine buonasera, le annunciatrici Rai (ma poi anche di emittenti private, nazionali e locali) che ogni giorno ci leggevano i palinsesti quando ancora Internet non esisteva o era ancora lontano dall’essere diffuso come oggi.

Sorrisi, capelli in ordine, completo d’ordinanza: abbiamo pensato sempre alle signorine buonasera come fantastiche donne rassicuranti, quasi immaginette sacre sempre uguali a loro stesse. Almeno finché una di loro non ha pianto in diretta tv, ma questo lo approfondiremo poi.

Chi erano le signorine buonasera?

In breve: erano annunciatrici televisive. Ruoli, immagini e genere si sono modificati durante il corso del tempo, tanto che abbiamo avuto anche delle signorine buonasera decisamente fuori canone, come Silvia Verdone, Federica Panicucci o Anna Pettinelli, e perfino dei signorini buonasera, che però non hanno riscosso grande successo.

Hanno iniziato ad apparire alle 11 della mattina del 3 gennaio 1954, quando sulla Rete 1 Fulvia Colombo annunciò per la prima volta il palinsesto di quella che oggi conosciamo come Rai 1. Ma fu Olga Zonca la prima in assoluto, nell’ambito di alcune trasmissioni sperimentali.

La figura delle annunciatrici Rai è andata “in pensione” il 28 maggio 2016, con l’ultima apparizione di Claudia Andreatti, Alessandra Canale e Sarita Agnes Rossi. Alcune, nel tempo, sono diventate attrici, giornaliste o conduttrici televisive.

Cosa facevano le signorine buonasera

Leggevano al pubblico il palinsesto della giornata, annunciavano eventuali modifiche, rassicuravano in caso di problemi tecnici, a volte leggevano il meteo, l’almanacco, l’oroscopo, le news parlamentari e così via.

E sorridevano, mostrando al pubblico l’immagine di donne rassicuranti e perfette. E soprattutto esordivano con la frase che poi ha dato loro quel nome:

Signore e signori, buonasera.

Il ruolo della donna nella tv italiana

Qui la donna è considerata a tutti gli effetti un essere inferiore: viene delegata a incarichi d’importanza minima, come per esempio informare dei programmi della giornata; ed è costretta a farlo in modo mostruoso cioè con femminilità. Ne risulta una specie di puttana che lancia al pubblico sorrisi di imbarazzante complicità e fa laidi occhietti.

A pronunciare queste parole non fu una persona qualunque, ma l’intellettuale Pier Paolo Pasolini, che, come sempre lucido e lungimirante, analizzò il ruolo delle signorine buonasera in un’intervista con Dacia Maraini.

L’immagine delle signorine buonasera è per certi versi analoga a quella della donna angelicata di dantesca memoria, ossia uno stereotipo che non aveva riscontro con la realtà. E l’attacco di Pasolini non era rivolto a queste donne, ma a chi ha fatto sì che questo stereotipo si sia diffuso, colpendo l’immaginario collettivo con qualcosa di irreale.

Si tratta di un argomento trattato ampiamente da Lorella Zanardo nel documentario e nel libro Il corpo delle donne. Zanardo, in un articolo apparso su Il Fatto Quotidiano, cita e spiega appunto le parole di Pasolini.

Bisogna però ben comprendere la critica di Pasolini che a una lettura frettolosa potrebbe essere scambiata per moralista: non di scollature esagerate si lamentava il regista, né di un eccesso di eros nelle presentatrici; il regista criticava con ferocia il dover compiere, da parte di una donna, qualsiasi azione in modo grazioso, in modo accattivante, con il solo unico obiettivo di compiacere.

Signorine buonasera a parte, non è che le altre donne della tv italiana si siano liberate dal loro ruolo di ragazze-immagine, con l’eccezione di singoli casi in cui si è approdate alla conduzione di trasmissioni.

Dalle veline alle letterine, dalle ereditiere alle meteorine, parliamo di donne cui è assegnato un ruolo in cui si deve «stare un passo indietro» rispetto all’uomo, secondo l’espressione che usò Amadeus per parlare delle sue vallette al Festival di Sanremo 2020. E assistiamo a una sistematica discriminazione silenziosa, come scriveva Romina Spina nel 2013, in un articolo poi riportato dal Fatto:

Nei media italiani le donne vengono ridotte ad oggetti del desiderio, quasi senza eccezioni. La rappresentazione volgare consolida vecchi cliché e rende più difficile la posizione delle donne nella società.

Le signorine buonasera più famose

Alcune tra queste donne sono state dei veri e propri volti simbolo della tv italiana. Nella gallery che segue abbiamo esplorato i volti più celebri e alcune tra le loro storie più significative.

Le signorine buonasera e il ruolo della donna nella TV italiana
Fonte: Facebook @ Rosanna Vaudetti
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