Il suo è il sorriso più bello della tv italiana, indimenticabile, anche se non è attiva quanto un tempo. Simona Marchini è stata uno dei volti di punta in Quelli della notte, ma la sua storia racconta molto di più, in termini di drammi, di forza e di traguardi raggiunti. Fin dalla sua infanzia. Nel 2019, infatti, l’attrice è stata ospite a Vieni da me, dove ha raccontato le vicende terribili del periodo della Seconda Guerra Mondiale, quando era solo una bambina.

È una storia molto curiosa – ha raccontato Marchini – i miei genitori erano due partigiani e ho vissuto una vita un po’ curiosa. A un anno e mezzo, nazisti e fascisti arrivarono a casa nostra e mia madre mi ha portato da amici per rifugiarmi. Terrore nero, c’era una taglia perfino su di me per arrivare a mio padre: lei mi disse «ti chiami Antonietta, non Simonetta». Una volta su un autobus si avvicina un soldato tedesco, chiede come mi chiamo e dissi «Antonietta», miracolosamente.

Una volta diventata adulta, Simona Marchini è stata sposata dapprima con Roberto Paolopoli, poi con il calciatore della Roma Franco Cordova. Durante le prime nozze, l’attrice ebbe una figlia, Roberta. Ma nella sua vita visse anche il dolore della poliabortività.

La cosa più dolorosa della mia vita – ha detto ancora in tv – è aver perso 4 bambini: è stato terribile. Il lavoro mi ha salvata: ha tirato fuori la mia parte sognatrice e fantasiosa.

E neppure le nozze con Paolopoli furono facili.

Il mio primo marito era un amico d’infanzia, un barone, e aveva dieci anni più di me. Un intellettuale torbido e contorto. Dopo il matrimonio è nata mia figlia, ma le cose non hanno funzionato: ci siamo detti addio con una certa fatica.

Tra le cose bizzarre che invece accaddero a Simona Marchini c’è stato però il secondo matrimonio con Cordova: il padre Alvaro Marchini era il presidente della Roma, la squadra che vedeva il corteggiatore della figlia nella propria rosa di titolari, il che rappresentava una situazione abbastanza insolita. Il papà di Simona si rassegnò presto all’amore tra un atleta che gli era simpatico e la figlia. Che venne corteggiata in maniera molto romantica.

Il padre è stato tra l’altro fondamentale affinché Simona Marchini intraprendesse il mestiere di attrice. Lui stesso, fedele agli insegnamenti di Antonio Gramsci, comprese che recitare era un modo per portare la cultura tra le masse. Per Simona invece la prima esibizione fu in tv insieme a Don Lurio. Lavorò molto, costruì i primi personaggi come Iside Martufoni. E poi è arrivato il carrozzone di Renzo Arbore con Quelli della notte.

Era il successo di tutto, non provavamo mai: c’era freschezza, genialità e voglia di lavorare insieme.

Tra gli incontri di lavoro che hanno segnato profondamente Simona Marchini, non si può dimenticare quello con il recentemente scomparso Gigi Proietti. I due hanno lavorato insieme in diverse occasioni, l’ultima delle quali nel 2011, in cui Proietti ha diretto Marchini per la piece La mostra.

Per me è stata l’esperienza professionale più importante, è stato un gioco, un divertimento, un’amicizia straordinaria – ha dichiarato Marchini all’Ansa durante i funerali di Proietti – Era un uomo straordinario, ci mancherà tanto. Non finirà mai Gigi. Io gli devo tantissimo per la stima che ha avuto, la fiducia che ha avuto. Abbiamo fatto un bellissimo lavoro insieme, gli sono grata a vita ma anche per l’umanità, la generosità oltre che il talento mostruoso. Ci siamo anche voluti bene.

Sfogliamo insieme la gallery per scoprire la carriera di Simona Marchini.

Simona Marchini, l'ostinazione del sorriso anche se la vita ti mette alla prova
Fonte: Instagram @ annettedema87
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