Parlare oggi del corpo delle donne significa porsi al centro di un dibattito infinito che tocca più punti, dai diritti fondamentali della donna stessa fino alla mercificazione della fisicità femminile, e non sempre chi ne discute ha gli strumenti, le competenze o la proprietà di linguaggio giusti per esprimere opinioni in merito. Insomma, piuttosto che rischiare di rendere inflazionato un tema che, in realtà merita di essere conosciuto, meglio tacere.

Però c’è anche chi rispetto all’argomento propone una chiave di lettura del tutto nuova e senza dubbio creativa, dando un’immagine che risulta al contempo di grande impatto visivo ma anche molto emozionale; parliamo ad esempio del lavoro dell’artista statunitense, con base però a Città del Messico, Jessica Lakritz, su Instagram skinonsundays, che scrive letteralmente poesie sul corpo delle donne, parlando dei temi più disparati, dal razzismo all’aborto, passando per il body positive e l’accettazione di sé.

Incuriositi dal suo lavoro, abbiamo deciso di intervistarla, partendo proprio dal perché circa la scelta di mettere la poesia sui corpi femminili.

Viviamo in un’epoca visiva, e un giorno mi è venuto in mente, come scrittrice, che volevo trovare un modo per ampliare la mia sensibilità artistica per essere inserita nell’arte visiva – ci spiega – Così ho deciso di scrivere le mie poesie sui corpi e di fotografarle. All’inizio il progetto non era incentrato sulle donne, ma con il suo progredire, le mie idee ruotavano per lo più intorno all’estetica femminile. Forse perché sono una donna – sono sicura che ha qualcosa a che fare con questo!“.

Nelle tue poesie parli di tutto: flusso mestruale, razzismo, empowerment. Qual è l’importanza che dai a ciascuno di questi temi?

Per lo più scrivo le poesie per la persona su cui sono pensate. Parlo con le mie tele e mi faccio un’idea di chi sono e di come operano in questo mondo. Quindi spesso questi argomenti vengono fuori in modo naturale. Oppure, a volte, le persone richiedono un certo argomento, e io sono più che felice di accontentarle.

Per me, la cosa più importante di ogni argomento di cui scrivo è l’onestà. Non importa di cosa sto scrivendo, voglio trasmettere la verità sulle persone, sulla società, sull’amore, sul dolore, su cosa significa essere una donna nella società contemporanea, qualunque essa sia, deve essere genuina e reale”.

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Nelle tue immagini si intravedono corpi semi nudi, colti sempre in maniera molto elegante e sofisticata; eppure, proprio i social lasciano spesso ampio spazio alla sessualizzazione femminile: quanto è pericolosa, e come la si evita?

Non sono sicura di trovare la sessualizzazione in sé e per sé pericolosa. Detto questo, la società, o in realtà la società patriarcale, ha tratto molto profitto dalla sessualizzazione delle donne, sia in termini di potere che di denaro. È impossibile cambiare la cultura da un giorno all’altro, anche se penso che lentamente la stiamo cambiando. Il movimento femminista è più forte che mai, direi in gran parte proprio grazie ai social media in realtà. Le persone potenti non hanno più tanto controllo su ciò che viene consumato.

Penso che il sesso sia una parte bella e naturale della vita. Le donne dovrebbero avere la libertà di fare sesso se vogliono, per qualsiasi motivo lo desiderino. La società ha fatto un ottimo lavoro per far sì che le donne si vergognassero della loro sessualità; questo fa parte della struttura di potere patriarcale della società. Credo che l’unico motivo per cui eviterei la sessualizzazione è che se viene fatta con intenzioni sbagliate, per esempio quando gli uomini traggono profitto dal corpo e dalla sessualità delle donne, questo è sicuramente parte del problema“.

Jessica aggiunge quanto in generale la componente sessuale sia evidente e forte anche nella sua arte:

Sono molto interessata a normalizzare il corpo femminile e la sessualità femminile, e a differenziare le due cose. La nudità non è uguale al sesso, anche se può sembrarlo ad alcuni. Penso che sia importante fare questa distinzione. Per esempio, solo perché le orecchie possono essere sessuali, non significa che le orecchie siano sempre sessuali. Questo è ovvio, ma lo stesso vale per tutto il corpo.

Che cos’è il femminismo, per te?

Sono un femminista. Cioè credo nella parità di diritti tra uomini e donne nella società. Indipendentemente dal fatto che io parli di femminismo direttamente nel mio lavoro, è sempre presente perché è una parte profonda di ciò che sono. Non credo ci sia mai stato un momento nella mia vita in cui non sia stata femminista. Anche da bambina, e sicuramente da adolescente, l’idea che uomini e donne debbano avere pari diritti è sempre stata un dato di fatto. Questo è tutto ciò che il femminismo è, in realtà.

Adesso riavvolgiamo il nastro: quando è nata questa idea?

“Tutto è iniziato nel novembre 2015. Vivevo a Barcellona e l’idea mi è venuta quando la mia amica mi ha chiesto: ‘Come farai a far leggere le tue poesie alla gente?’. La domanda faceva parte di una conversazione casuale, ma mi ha colpito molto. Non avevo mai pensato a quell’elemento della mia scrittura prima di allora, nonostante avessi un Master in Poesia. Prima dell’era della poesia Instagram, la poesia era ridotta praticamente a una nicchia, quindi non molte persone la leggevano.

Ho immaginato che sarebbe accaduto lo stesso con le mie composizioni. Dopo una settimana da quando mi è stata fatta questa domanda, però, è nata l’idea di base per skinonsundays, e ho iniziato più o meno subito (perché sappiamo tutti che quando non agiamo subito sulle nostre idee, queste tendono a morire). All’inizio è stato difficile trovare persone su cui scrivere, ma i miei amici erano disposti a fidarsi di me e mi hanno lasciato fare. Una volta che il progetto ha iniziato a crescere, è diventato sempre più facile trovare persone, e ora, molte persone vengono da me.

È difficile rispondere alla domanda sul perché lo faccio. Lo faccio perché lo amo. La mia intenzione è che la mia arte faccia sentire e pensare le persone. Attraverso l’arte, c’è una sorta di connessione (con l’altro, con la natura, con l’universo) che deriva da quel pensiero e da quel sentimento. Immagino che potrei semplicemente scrivere poesie su carta o su uno schermo, ma così riesco a combinare le parole con un elemento visivo. Questo è molto significativo anche per me e penso anche per gli altri“.

Prima di salutarci, Jessica ci tiene a farci sapere una cosa: “Nella mia vita mi sono spostata molto. Città del Messico è la decima città in cui ho vissuto. La mia cagnetta Luna, che ora ha 13 anni, ma che ho adottato quando era una cucciola, si è trasferita in giro per il mondo con me per tutto questo tempo. Lei è una parte enorme della mia vita e il motivo per cui sono quello che sono. A questo punto mi conosce meglio di chiunque altro. Viaggio ancora molto, anche se Città del Messico è la mia casa da quasi 4 anni“.

Sfogliate la gallery per leggere alcune delle poesie “sulla pelle” di Jessica.

La poesia scritta sui corpi delle donne per parlare di aborto, sesso e femminilità
Fonte: instagram @skinonsundays
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