Sonia Grispo: “Non credete a tutto ciò che vedete sui social: guardate questo video”
La perfezione sui social? Tutta finzione (spesso e volentieri, almeno). Parola di Sonia Grispo. Che ci mette la faccia, e lo prova con un video.
La perfezione sui social? Tutta finzione (spesso e volentieri, almeno). Parola di Sonia Grispo. Che ci mette la faccia, e lo prova con un video.
La corsa disperata delle donne per raggiungere quell’ideale estetico tanto ammirato sulle copertine delle riviste di moda, nei corpi perfetti delle star e, oggi, sui social, è andata praticamente di pari passo con la battaglia di altre donne per convincersi a piacersi e ad accettarsi per ciò che si è realmente, imperfezioni comprese.
Se molte donne hanno infatti permesso alla cultura, talvolta velata di un’impronta maschilista nemmeno troppo celata, del “magro è bello” di condizionare costantemente i loro stili di vita e, soprattutto, la propria considerazione di sé, dall’altro lato molte altre, fortunatamente, hanno compreso che lo stare bene con se stesse non passa necessariamente dall’avere una pelle impeccabile, dall’eliminare il rotolino sulla pancia o la pelle a buccia d’arancia sulla coscia. Che la salute è un’altra cosa, non è inquadrata né in una magrezza eccessiva né nell’obesità patologica, e che, cosa ancora più importante, non ci si può comparare a facili modelli stereotipati che, spesso, sono il frutto di una pura finzione scenica.
Quest’ultimo punto, in particolare, sembra diventato ancor più importante nell’epoca dei social network, dei filtri da applicare alle foto e della modifica digitale delle immagini, spietata e spesso esagerata. Perché confrontarsi con modelli estetici che sono assolutamente perfetti (ma molto spesso irreali, frutto di una sapiente manipolazione, e perciò irraggiungibili) può ledere irrimediabilmente l’autostima di alcune di noi, soprattutto delle giovanissime, che non sempre sono disposte a comprendere davvero quanto siano artefatte le foto magnifiche che le loro beniamine pubblicano sugli account social.
Aprite gli occhi e smettete di credere alle favole, è, in buona sostanza, questo il messaggio che le più agguerrite nemiche della “fake beauty” cercano di lanciare alle donne, molto spesso consegnando loro le prove di quanto quella bellezza che loro ammirano e invidiano nelle altre sia in realtà solo finzione. Perché, se un tempo Photoshop & co. agivano solo sulle copertine patinate per smussare i piccoli difetti fisici delle celebrity, oggi i programmi di modifica delle immagini sono praticamente a disposizione di tutti, motivo per cui, prima di invidiare la bellezza altrui, occorrerebbe forse ragionare su quanto questa corrisponda a verità o meno. Il che non significa, attenzione, che, tolti filtri, abbellimenti vari e così via, sotto si nasconda una donna brutta. Semplicemente, una donna normale, con tutte le piccole, sacrosante imperfezioni che dovrebbero diventare la bandiera di ciascuna di noi e non il motivo di vergogna che cerchiamo a tutti i costi di celare.
È questo anche il concetto che la blogger Sonia Grispo, catanese trapiantata a Londra, ha espresso in uno dei post pubblicati recentemente sul suo account Instagram.
Visualizza questo post su InstagramUn post condiviso da Sonia Tiffany Grispo (@sonia_grispo) in data:
I filtri ci piacciono, rendono le foto più belle e a volte quella luce in più non fa bene solo al cielo nella foto, ma anche alla nostra pelle, ma il fotoritocco? È una bugia che nessuno ci ha tenuto nascosta ma a cui scegliamo di credere quando non ci ricordiamo che sui social come sulle riviste, non tutto è reale. Persino chi ne abusa finisce con l’invidiare la versione migliore di se stessa, non quella che rimanda lo specchio, ma la foto profilo di Instagram.
Il consiglio quindi? È di non credere a tutto quello che i social ci dicono, perché, per citare un noto modo di dire, “non è tutto oro ciò che luccica”, come la stessa Sonia ci mostra nel video. Potrà anche sembrare un concetto banale, evidentemente non lo è, se ancora ci si deve impegnare a far passare il messaggio che social non è sinonimo di vero, almeno non sempre.
Perciò, come la blogger suggerisce,
Non credete alle tavole sempre ben apparecchiate, alle relazioni perfette, a chi dice di non litigare mai, di non arrabbiarsi, a chi è sempre felice, a chi vive dietro un filtro.
In gallery abbiamo cercato di conoscere meglio Sonia.
Nata a Catania, Sonia si è trasferita a Londra dopo aver vissuto a Roma e a Milano.
Del resto, i viaggi sono sempre stati una sua passione, come ha spiegato in un’intervista.
[…] per la possibilità di arricchirmi ogni volta di nuove esperienze, di vivere realtà nuove e perché in fondo viaggiare può inglobare anche tutto il resto. Mi viene in mente un Hotel con all’interno una Spa e una palestra, vicino a una zona di shopping e di locali, magari a pochi passi da un parco in cui andare a correre. In generale mi piace andare alla scoperta di culture nuove e includere delle esperienze o attività sportive se la destinazione lo permette, praticando parapendio, yoga, trapezio, snorkeling, trekking, in base alla location…
Sonia ha creato il blog Trend and The City nell’ottobre del 2007, e nel tempo si è evoluto nei contenuti, occupandosi non più di solo moda ma anche di lifestyle.
Con la sorella Valentina ha cofondato una società di editoria e pubblicità, MissMedia srl
Si definisce una storyteller e sulla bio del suo blog scrive di sé:
Racconto quello che mi appassiona, da un viaggio che mi ha aperto la mente, ad uno sport che ho provato e mi ha cambiato la vita, fosse anche solo per una lezione di un’ora, passando per una simulazione di volo durante un evento o un rossetto che mi ha fatto sentire più donna. Borse, scarpe, macchine fotografiche, un servizio di delivery di frutta e verdura, un nuovo ristorante vegetariano e il miglior fritto della città, mi appassiona quello che indosso, che provo, che mangio, che sperimento.
Ha lanciato il progetto Girl Talk sul suo blog, uno spazio in cui si discute di argomenti femminili, come la contraccezione.
Nonostante lavori con i social, ha un’idea ben precisa di quello che rappresentano nella sua vita, e non si considera una social-addicted:
Ultimamente mi sto ritagliando i miei spazi, diciamo che ho detto ai social ‘non siete voi, sono io’. Ho un approccio diverso con ciò che pubblico, do sempre più valore alla conversazione, piuttosto che all’immagine.
Sonia ha studiato Scienze per la Comunicazione Internazionale coltivando la passione per la scrittura scrivendo per riviste nazionali e free press. Con Valentina, ha dato vita alla rivista cartacea e digitale Spray Magazine, caratterizzata da una redazione tutta al femminile, composta da giornaliste, blogger e contributor da tutta Italia. Il progetto si è concluso dopo dieci anni.
Sonia ha pubblicato il primo libro, The Little Pink Book – Scarpe, una panoramica generale del feticcio più amato dalle donne, nel 2008, a cui è seguito The Little Pink Book – Borse, una guida utile e un vademecum divertente. Nel settembre del 2012 è uscito invece Come vivere alla moda, edito da Newton Compton, un insieme di consigli, dritte e informazioni su come avere stile, dal guardaroba alla vita di tutti i giorni.
Nella biografia online, Sonia scrive:
Guardo serie tv, adoro andare al cinema e guardare film sul divano, lo stile per me passa per l’abbigliamento e per la casa, mi piace che tutto quello che faccio, indosso e dove vivo racconti di me. Adoro gli animali, in ogni mio viaggio cerco di includere esperienze che mi avvicinino a loro, ho una passione spasmodica per i cuccioli di Pomerania. Ho un metodo tutto mio per fare la valigia, adoro la tecnologia in tutte le sue forme, sogno una casa domotica ma cerco ogni scusa per fare un po’ di digital detox, non esco mai senza telefono, lip balm e carta di credito.
Lo ha rivelato in un’intervista tempo fa:
Poco trucco, gli abiti giusti, non esagera mai (almeno in fatto di stile), è bella ma non nei canoni, ha un fascino disarmante, quando esce di casa sembra non sia prima passata dallo specchio eppure è sempre impeccabile.
In un’altra intervista Sonia diceva di non amare la definizione di “fashion blogger”:
Non mi definisco una fashion blogger, non amo questa etichetta perché trovo confonda le idee, sia parecchio abusata e di questi tempi pesi sulla testa di chi ne farebbe volentieri a meno. Io sul web ho iniziato scrivendo di tecnologia, ho proseguito occupandomi di moda e bellezza, cosa che faccio tutt’oggi. Quando scrivo sui blog di cui mi occupo e gestisco sono una blogger, quando scrivo sui siti di aziende e testate con cui collaboro sono una web editor, quando lavoro al nuovo numero della rivista Spray Magazine sono una grafica… Insomma sono tante cose tutte insieme. Sarà per questo che sulla carta d’identità non ho ancora deciso cosa far scrivere alla voce ‘professione’?
Cosa ne pensi?