Nel 1999, tra timori e aspettative per la fine del millennio, usciva al cinema il primo capitolo di Matrix. Diventato subito un classico della distopia, era firmato da una misteriosa coppia di registi e fratelli che corrispondo al cognome di Wachowsky.
Omettiamo i nomi assegnati alla nascita (precedentemente inseriti in questo articolo la cui prima pubblicazione è del 2017), perché a differenza di quando fu scritto oggi sappiamo che riportare il deadname di persone transgender è una forma di violenza, che va sotto il nome di misgendering (nei link, il dettaglio su questi due termini solo apparentemente ostici, per chi volesse approfondire).
A vent’anni dall’uscita della pellicola cult, infatti, le due sorelle hanno compiuto un percorso di transizione che le ha portate ad assumere i nomi di Lana e Lilly: le sorelle Wachowski.

Lana ha portato a termine il suo percorso ufficialmente nel 2008: è la prima regista transgender di Hollywood. Lilly l’ha seguita diversi anni dopo, comunicando la notizia nel 2016 al Windy City Times e raccontando di aver subito pressioni per venire allo scoperto. La decisione è arrivata dopo che un giornalista inglese si era presentato alla sua porta per richiedere un’intervista.

La notizia ha rischiato di uscire per almeno un paio di volte. In entrambi i casi preceduta da mail minacciose del mio agente.

Lilly Wachowski ha quindi ricordato come questo atteggiamento morboso della stampa avrebbe potuto portare a conseguenze pericolose. I casi di suicidi e omicidi di persone transgender negli Stati Uniti e non solo descrivono una realtà che molte persone non riescono ancora a concepire.

Io e mia sorella Lana abbiamo sempre cercato di evitare la stampa. Trovo frustrante e tedioso parlare della mia arte e parlare di me è un’esperienza addirittura mortificante. Sapevo che, a un certo punto, avrei dovuto fare un coming out pubblico. Sapete, quando si è una persona transgender… è piuttosto difficile nascondersi. Volevo solo avere del tempo per sentirmi a mio agio. Ma, a quanto pare, non ho potuto deciderlo io.

Pur essendo famose e celebrate a Hollywood, entrambe le sorelle Wachowski hanno dovuto affrontare i pregiudizi di quel mondo “che è apertamente ostile” verso di loro.

Io sono fortunata. Ho il supporto della mia famiglia e posso permettermi medici e specialisti che mi hanno consentito di sopravvivere alla transizione. Le persone transgender che non hanno supporto, mezzi e privilegi non hanno questo lusso. E molti di loro non riescono a sopravvivere.  […] Continuerò a essere ottimista e a fare la mia parte in questa fatica sisifea, rappresentando le potenzialità di un altro mondo.

Sfogliate la gallery per ripercorrere la carriera delle sorelle Wachowski.

Le sorelle Wachowski, le registe che hanno affrontato un percorso di transizione
Fonte: Twitter e Getty Images
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