La natura viene devastata quotidianamente dall’uomo. E spesso siamo inconsapevoli del fatto che i nostri comportamenti contribuiscono alla distruzione.
Non si tratta di qualcosa di volontario, ma è un’inconsapevolezza involontaria: come vengono prodotti i giubbotti con la pelliccia? E i rossetti? Cosa comporta cambiare smartphone di frequente? Che cosa c’è nel nostro sapone? E nella nostra crema solare?
Così il Wwf ha compilato un interessante vademecum su questo tema, che spiega come il comportamento umano stia portando alla devastazione di ecosistemi, allo smembramento delle biodiversità, all’estinzione di molti animali, talvolta anche solo in nome della moda in senso lato. Questo vademecum ci restituisce una nuova consapevolezza intorno ai prodotti che ci circondano ogni giorno. L’iniziativa è stata chiamata dal Wwf Ecotips per scoprire la natura nascosta.
Cercare la Natura intorno a noi – si legge sul sito dell’associazione ambientalista – ma anche quella che si nasconde nelle nostre case, in tutti i prodotti che utilizziamo quotidianamente, osservare e riconoscere i segnali che la primavera sta lanciando in ogni parte d’Italia, dalle città ai piccoli centri e imparare a fare la scelta giusta negli acquisti.
Il Wwf però non elenca soltanto quali sono i prodotti che potrebbero nuocere agli ecosistemi, ma dà anche dei suggerimenti attraverso dei video e degli articoli in cui si spiega come realizzare saponi e detergenti in casa nostra. Perché il cambiamento e la tutela dell’ambiente parte da piccole azioni quotidiane e ora possiamo sapere anche quali sono.
Sfogliamo insieme la gallery per scoprire i consigli del Wwf a tutela della natura.
Corallo e crema solare
A quante tra noi sarà capitato di mettere una crema solare e poi fare il bagno? Magari non subito dopo, però comunque le sostanze che abbiamo spalmato sulla pelle vengono a contatto con l’acqua di mari e oceani. Per questa ragione dobbiamo stare molto attente ai prodotti che scegliamo, affinché non contengano Benzofenone-3, Octilmetossicinnamato, metilbenzilidene canfora e butilparabene, che danneggiano il Dna dei coralli e li “sbiancano”.
Gorilla e smartphone
La produzione degli smartphone si basa su componenti che si avvalgono di metalli estratti in Congo come oro, stagno, tungsteno e tantalio (idem per computer e fotocamere). Questo contribuisce ad alterare l’ecosistema in cui vivono i gorilla, tra l’altro flagellati dai minatori, che si cibano delle loro carni, mentre i miliziani le vendono. Pensiamoci due volte quindi prima di passare a un nuovo modello di device senza un buon motivo.
Giaguaro e carne
No, non mangiamo carne di giaguaro, ma con il nostro consumo di carne contribuiamo a devastare ecosistemi in cui i giaguari vivono, come Amazzonia, Cerrado e il Gran Chaco. Accade a causa del fatto che queste zone vengono deforestate per produrre soia, che è fondamentale nella nutrizione degli allevamenti di carne per la macellazione.
Farfalla e avocado
L’avocado è uno degli alimenti la cui produzione è ad alto impatto ambientale. Il fatto che vada di moda consumarlo sta spingendo alla deforestazione e al depauperamento delle risorse idriche in Sud America. Questo contribuisce alla morte di molte farfalle Monarca, ed è una reazione a catena: essendo un insetto impollinatore e migratore, la potenziale sparizione di questa specie potrebbe arrecare grossi danni alla biodiversità dell’intero continente americano.
Foresta e materasso
Come per la coltivazione degli avocado in Sud America, quella degli alberi di gomma sta portando alla deforestazione del Sud Est asiatico. Gli alberi della gomma vengono impiegati per la produzione di materassi e pneumatici e comportano la distruzione di un ecosistema in cui sono presenti macachi, gibboni, uccelli, pipistrelli.
Procione e giubbotto
Il “giubbotto co’ ‘o pellicciotto” cantato da Tony Tammaro sarà pure caldo e comodo, ma fate attenzione che la pelliccia cucita sul cappuccio o l’eventuale imbottitura siano sintetiche. Spesso infatti la produzione di questi capi di abbigliamento si avvale della pelliccia dei procioni, che vengono uccisi in Cina a questo scopo. Per controllare, basta leggere sull’etichetta: se è procione potreste trovare raccoon, raccoon dog, procione o murmasky. Tenete presente che il procione è un “parente” del cane domestico: lascereste che il vostro migliore amico fosse ucciso in nome della moda?
Squalo e rossetto
Lo squalene si ricava dal fegato degli squali ma si può trovare anche in alcune piante – il processo di estrazione per queste ultime è però più costoso, quindi esiste una vera e propria mattanza di squali, che sono più economici. Per cosa? Per la realizzazione di prodotti cosmetici come rossetti, fondotinta, creme solari e anche integratori alimentari. Anche in questi casi, l’etichetta è fondamentale per controllare di aver acquistato un prodotto ecosostenibile.
Orango e sapone
Per la produzione del sapone e di alcuni cosmetici si usa spesso l’olio di palma (sì, esattamente come per merendine, biscotti e biocarburante). Come molte di noi sanno, la produzione di olio di palma ha bisogno di una filiera socialmente sostenibile (in favore delle popolazioni locali) ed ecosistenibile: altrimenti la deforestazione che ne consegue mette a rischio la vita di oranghi e altre specie come tigri e rinoceronti di Sumatra, che sono a rischio estinzione.
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