Test di Bechdel, donne e cinema: 10 film che passano il test e 10 no
Per "misurare" la rappresentazione delle donne al cinema, si ricorre al test di Bechdel: ecco com'è nato, di che cosa si tratta e come si usa.
Per "misurare" la rappresentazione delle donne al cinema, si ricorre al test di Bechdel: ecco com'è nato, di che cosa si tratta e come si usa.
Tuttavia ci sono dei test appositi per capire quanto un film sia effettivamente inclusivo. Uno di questi test, che mira a riconoscere il ruolo delle donne nelle pellicole che interpretano, è il test di Bechdel.
Si tratta di un test per capire il modo in cui vengono rappresentate le donne al cinema. Va da sé che molti film femministi passano il test di Bechdel, ma non è detto che un film che supera il test sia anche femminista o sufficientemente inclusivo.
Il nome viene dalla fumettista statunitense Alison Bechdel che nella striscia The Rule del 1985 raccontò della regola di cui parlano due amiche prima di andare al cinema: una dice all’altra quale siano le norme affinché si possa scegliere un film e queste norme sono diventate un vero e proprio test.
Il test di Bechdel, dicevamo, non ha a che fare con il fatto che un film sia sessista o meno, ma sicuramente è un modo per riconoscere il cosiddetto male gaze, lo sguardo maschile che guida la raffigurazione delle donne nel cinema.
Anche se i tempi stanno cambiando, gran parte dei registi e degli sceneggiatori (ma anche dei direttori della fotografia e delle luci) continuano a essere in gran parte uomini e questo influenza il modo in cui vediamo le donne al cinema. Ma comunque questo test non è una garanzia (come vedremo anche nella gallery in cui abbiamo illustrato i film che non lo passano).
Pellicole che hanno fatto discutere in tempi più o meno recenti, perché ventilano un’apologia dello stupro, passano ampiamente il test di Bechdel tra l’altro. Prendiamo Via col vento: Rhett violenta Rossella, che la mattina dopo si risveglia tutta contenta. Via col vento il test lo supera. Prendiamo Grease e la canzone Summer Nights che sta facendo sollevare più di un sopracciglio perché alcune persone pensano che raffiguri lo stupro in maniera positiva. Anche Grease supera il test.
Il test di Bechdel si occupa di rispondere a tre domande. Se la risposta a queste domande è sì, il test si supera a pieni voti. Ecco le domande:
Abbiamo scelto una decina di pellicole che passano il test, e alcune sono davvero sorprendenti. Partiamo da quelle in cui le donne sono protagoniste: è facile immaginare come Le amiche della sposa (in foto), Enola Holmes, La battaglia dei sessi e Suspiria superano il test a pieni voti. In questi film ci sono diversi personaggi femminili che hanno un nome palese e fanno discorsi che quasi mai coinvolgono altri uomini.
Rientra nella categoria “film che passano il test di Bechdel” anche Jojo Rabbit, in cui le donne in primo piano sono vere e proprie eroine (ma non manca una villain). Bene anche le pellicole in cui le donne sono cattive dunque, come Get Out!, il thriller-horror politico, prima storia da regista di Jordan Peele, in cui due donne fanno parte di una famiglia liberal che in realtà seduce e ruba i corpi degli afroamericani per strani esperimenti in stile dottor Frankenstein.
Naturalmente passano il test anche molti horror: in questo genere cinematografico il ruolo della final girl (la ragazza che sopravvive alla fine) è duro a morire, anche quando l’horror sconfina nella commedia, quindi con Benvenuti a Zombieland. Bene anche The Disaster Artist, biopic su un’amicizia maschile ma con tanti personaggi femminili con un nome e che parlano tra loro soprattutto di cinema.
Infine superano il test film in cui le donne sono vittime o sopravvissute a una violenza. Uno è per esempio Dogville, in cui una donna viene dapprima benaccetta in una cittadina e poi umiliata, degradata e stuprata. Bene, con nostra estrema sorpresa, anche American Psycho, che si salva in corner soprattutto per via di una scena in un ristorante di Soho, in cui alcuni personaggi femminili parlano del degrado artistico del quartiere.
Tutte le donne presenti nel film si trovano in storyline separate (Mia Wallace, Yolanda “Honey Bunny”, Fabienne, Esmeralda Villalobos, Jody): una di loro, Bonnie, non viene mostrata neppure in volto. Forse però è un errore che il film sia nella lista delle pellicole che non passano il test di Bechdel. Jody e la sua amica, in effetti, parlano tra loro di piercing, e poco più tardi Lance pronuncia il nome dell’amica: Judy.
Sono diverse le donne presenti nel film, ma quando parlano tra loro – per esempio Lorraine con la figlia – si ritrovano a parlare di uomini.
Le donne di questo film non parlano mai tra loro, tranne Meg Ryan e Carrie Fisher: i loro personaggi parlano esclusivamente di relazioni sentimentali con uomini.
Un film tenerissimo sull’amicizia, ma in cui le donne sono praticamente assenti.
Ci sono diverse donne in questo film, legate da amicizia o rapporti famigliari, ma quando parlano tra loro parlano dei personaggi maschili.
Anche qui: le donne sono solo tre e appartengono a mondi diversi o a circostanze diverse, quello degli elfi per Arwen e Galadriel, quello degli uomini per Éowyn, così non scambiano mai battute tra di loro.
C’è solo una donna in questo film, Marla Singer, che parla quindi solo con uomini.
Nessuno scambio di battute tra donne per una trama per parla principalmente di storie sentimentali con le donne. Dante ha due storie parallele, con Veronica e Caitlin, che quindi non si incontrano mai.
Anche in questo caso i pochissimi personaggi femminili non comunicano mai tra loro e non sono presenti in scena insieme. Anzi, Maude e Bunny sono definite proprio dai loro rapporti con il vecchio Jeffrey Lebowski, del quale sono rispettivamente figlia e nuova scatenata moglie.
Ci sono diversi personaggi femminili in questo stracult un po’ sessista (la ricordiamo in molti la frase: “Lei è mestruata al momento?” per vagliare l’affidabilità di una testimone). E non si parlano quasi mai, a meno che non parlino dei protagonisti, gli Acchiappafantasmi.
Cosa ne pensi?