Come Tik Tok sta cambiando il sesso tra gli adolescenti e riscrivendo il mondo
Foto di nudo rubate e condivise, revenge porn e monetizzazione del sesso; così Tik Tok (e altri) nascondono insidie per i giovanissimi.
Foto di nudo rubate e condivise, revenge porn e monetizzazione del sesso; così Tik Tok (e altri) nascondono insidie per i giovanissimi.
Recentemente è scoppiato lo scandalo di Telegram, con la scoperta di gruppi segreti e canali che incitavano allo stupro e alla pedofilia, offrendo un palcoscenico anche per quanti volevano fare del revenge porn.
Il tema, in effetti, è quantomai attuale, perché con il propagarsi dei social sono aumentati praticamente di pari passo anche i casi di “vendette” tra ex partner consumate proprio nel mondo virtuale con la diffusione di immagini e foto private, che tali sarebbero dovute rimanere e sono invece finite alla mercé degli utenti.
Non è un caso se il revenge porn sia diventato un reato in Italia, perché parliamo di un problema che può davvero compromettere la vita della vittima, e i casi di Tiziana Cantone o Michela Deriu ne sono esempi perfetti, che testimoniano quanto vedere le proprie immagini intime passate di mano e condivise possa avere effetti devastanti, tanto da spingere al suicidio.
Ma, come detto, sono diversi i social che prestano i propri spazi digitali a vicende del genere, ed è facile che a cadere nella rete del revenge porn siano soprattutto i giovani, tra i maggiori fruitori di app e piattaforme di aggregazione virtuale. Infatti, proprio mentre l’inchiesta su Telegram si diffondeva, un’utente di Tik Tok denunciava di aver subito il furto di alcune sue foto di nudo, condivise poi come immagini del profilo da altri utenti, fino a creare una gigantesca shitstorm. Il tutto “condito” da quei soliti commenti che, più che goliardici e bonari, sono intrisi di becero maschilismo, da “is for the boys”, ovvero “è per ragazzi”, fino al victim blaming
Non avrebbe dovuto farle se non voleva che venissero diffuse.
Il problema, chiaramente, non è nel social in sé, ma nella logica e negli scopi per cui lo si usa; lo stesso Tik Tok, forse il social newtork più giovane, assieme a Snapchat, di Internet, si presta a molte cose divertenti, come la possibilità di registrare brevi video “doppiati”, in cui si reinterpretano spezzoni di gag, film o battute famose, partecipare alle “challenge” o fare duetti, ma non è comunque immune da insidie, come abbiamo visto.
Così, una delle peculiarità del social nato in Cina con il nome di Musical.ly è quella di mettere particolarmente in vista il corpo degli utenti per guadagnare followers e “tip”, e ovviamente il metodo più facile è ricorrere all’erotismo, sia esso appena accennato o più esplicitamente esibito. È, del resto, sufficiente scorrere i “Per te”, ovvero i video proposti nella schermata principale, per accorgersene.
Una delle sfide in trend durante il periodo di quarantena, ad esempio, è la cosiddetta #nakedchallenge, in cui una donna (più spesso) o un uomo si immortalano coperti solo da un asciugamano, prima di girare lo schermo del telefono verso il basso, lasciar vedere l’asciugamano che cade a terra e dirigersi verso il/la partner per registrare la sua reazione nel vederla/o nuda/o.
Ma ci sono anche video che simulano la reazione facciale durante un orgasmo, o in cui si eseguono balletti dalla fortissima carica erotica. Insomma, su Tik Tok molto sembra parlare di sesso e di erotismo. È chiaro che non ci sia nulla di male nell’affrontare temi di questo genere, purché se ne parli con consapevolezza e consci anche dei rischi potenziali degli strumenti che stiamo usando ma, soprattutto, del confine dopo il quale si sfocia nell’illecito.
Il vero nocciolo della questione sembra essere la scarsa educazione sentimentale e sessuale dei più giovani, che unita al non sapere come parlare consapevolmente della sessualità online hanno reso molto labili i concetti di privacy e intimità. I ragazzi non sono in grado di sviluppare acriticamente concetti come “molestie sessuali di gruppo” o “revenge porn”, e nemmeno valutare le conseguenze dannose che il loro comportamento “virtuale” può avere nel reale, con il risultato che il presupposto da cui si parte è che “tutto sia concesso”, compresa la violenza, perché tanto “è finta”.
Non educando i ragazzi alle politiche di genere, ma lasciando passare l’idea che certi comportamenti restino impuniti e, anzi, siano apprezzati da altri, non fa altro che contribuire a diffondere una cultura maschilista che invita all’abuso del corpo della donna. Con i risultati, devastanti, che abbiamo visto.
Sfogliate la gallery per conoscere altro sui rischi che si annidano dietro i social.
Famosissimo tra i giovani, forse meno tra gli adulti, Tik Tok vanta circa 800 milioni di utenti attivi ogni mese; è stato lanciato nel settembre 2016 in Cina con il nome Musical.ly, ed è una piattaforma che permette di visualizzare e creare brevi video originali (dai 15 ai 60 secondi) modificandoli con filtri ed effetti. Nella sezione feed “Per te” si trova invece una lunga sequenza di brevi video da guardare scorrendo verso il basso. Infine, su “Scopri” si accede alla lista dei trend più in voga del momento, fra cui ci sono le tante challenge.
Secondo una ricerca recente quasi la metà degli utenti di Tik Tok ha meno di 25 anni. Ma, come spesso accade con i soical, per i tiktoker c’è anche la possibilità di trovare in rete una fonte di guadagno. Ad esempio invitando altri amici a iscriversi o caricando quotidianamente video si collezionano “gemme” virtuali dal reale valore economico. Ma c’è anche la possibilità di inviarsi dei “regali”, cioè stickers acquistati tramite coins e che hanno un costo variabile.
Durante le sessioni live, che possono fare solo gli utenti di almeno 16 anni e con un numero di follower superiore a 1000, gli stickers inviati appaiono in sovraimpressione sullo schermo, visibili a tutti i partecipanti della live. Una volta ricevuto il regalo, il destinatario lo visualizza sul proprio account sotto forma di “diamante” che, raggiunto un certo numero, può essere convertito in soldi reali da far accreditare su un conto PayPal.
Nel dicembre 2019 Charlie e Dixie D’Amelio, quindici e diciotti anni, hanno denunciato il leaking e la diffusione di proprie foto private di nudo parziale, trovando centinaia di commenti nei loro profili con frasi come “So you’re gonna act like nothing has happened?” (Quindi farete finta che non sia successo niente?).
Come spesso accade, sono state principalmente le ragazze e le giovani donne a essere prese particolarmente di mira.
Molti giovanissimi aprono un account su OnlyFans, una piattaforma che permette di condividere contenuti in privato, quasi sempre a contenuto sessuale, con utenti disposti a pagare una quota mensile.
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