Era il 1976 e sulla copertina di Playboy appariva una bellissima della televisione e del cinema italiano, destando un certo scalpore. Lei si chiamava Valeria Fabrizi, ex partecipante di Miss Universo e attrice, oggi meglio conosciuta come Suor Costanza nella fiction Che Dio ci aiuti di Raiuno. Come altre colleghe famose che scelsero di posare per la nota rivista, potendo tornare indietro oggi forse non lo rifarebbe.
“Inizialmente mi sentii una civetta, poi mi sono vergognata. È come se mi fossi venduta”, ha raccontato Valeria Fabrizi in un’intervista a Vanity Fair. Una bellezza, la sua, che le ha aperto le porte del mondo dello spettacolo, con le sue luci, ma anche le sue ombre. Come quella volta in cui le venne offerta la classica proposta indecente.
Una volta un regista importantissimo m’invitò nella sua stanza con l’inganno. Diceva che dava una festa e io mi presentai tutta bella, da sola. Passai dieci minuti d’inferno, in ginocchio, a urlare “ti prego non farmi male”. [Il film] non l’ho più fatto, ma alle avance indesiderate non ho mai lasciato scampo.
Sfogliate la gallery per ripercorrere la carriera di Valeria Fabrizi…
Valeria Fabrizi a Miss Universo nel 1957
Valeria Fabrizi nasce a Verona il 20 ottobre 1936 e quando è ancora bambina resta orfana di padre, ucciso in guerra dai tedeschi. Inizia subito a lavorare come modella per fotoromanzi e nel 1954 esordisce nel cinema con una piccola parte nel film Ridere! Ridere! Ridere!, solo il primo di tanti ruoli. A 21 anni partecipa a Miss Universo, arrivando quarta. Così ha raccontato poi la sua esperienza ad Alganews:
Il concorso si svolgeva a Long beach, in California, dall’altra parte del mondo. Ero determinata a fare bene ma ero anche spaesata, stordita da quella situazione più grande di me. Io ero infatti una ragazza semplice. Nata da una povera famiglia di Verona. Povera ma serena. Per dare una mano e portare qualche lira in casa lavoravo come sarta o come parrucchiera. Intanto mamma, dopo la morte in guerra di mio padre, si era fidanzata con il segretario di un noto artista degli anni 50, Xavier Cougat, che aveva tante amicizie nell’ambiente. E proprio grazie alle sue amicizie mi proposero di partecipare a dei fotoromanzi. Devo dire che mi notarono subito per la mia avvenenza. Da giovane infatti ero piccolina ma avevo tutte le forme al posto giusto. Insomma mi consideravano molto, molto bellina. Così una giuria di giornalisti italiani mi spinse appunto a partecipare a Miss Universo. Arrivai quarta ma per qualche minuto assaporai anche la gioia della vittoria. Per un istante invece sembrava ce l’avessi fatta. Il presidente della giuria, prima della proclamazione, aveva sbagliato a farmi sedere e mi aveva messo sulla poltrona riservata alla miss vincitrice. Per alcuni secondi venni sommersa dall’abbraccio delle altre concorrenti. Non stavo più nella pelle. Ma ben presto chiarirono l’equivoco e la fascia di miss Universo venne assegnata a una bellissima ragazza peruviana, Gladys Zender.
Valeria Fabrizi in "Caccia al marito" (1960)
Tra gli Anni Cinquanta e Sessanta, Valeria Fabrizi è protagonista di tantissimi film per la televisione e il cinema. Lavora con attori famosi, da Ugo Tognazzi a Erminio Macario, da Paolo Panelli a Walter Chiari, suo grande amico.
Dal 55 al 67 interpretai ben 40 film e 5 commedie teatrali , diretta da Garinei e Giovannini, da Macario. Insomma, dai più grandi. Ero tra le stelle più richieste dell’epoca ed ero felice di tutto quel successo.
Valeria Fabrizi e Walter Chiari
Valeria Fabrizi conosceva Walter Chiari fin da ragazzina, perché era suo vicino di casa, e tra i due era già successo qualcosa quando lei aveva diciotto anni. Ha raccontato la loro storia al programma Vieni da me, su Raiuno.
Io mi sono proposta, lui aveva un certo pudore perché era amico di famiglia perché sono nata nel palazzo in cui è nato lui. Lui veniva a trovare la mia famiglia e dissi ‘lui sarà il mio principe azzurro’. Lui era incline al fascino femminile, infatti il nostro è stato un rapporto sotterraneo, non tutti lo sapevano.
Sul finire degli Anni Cinquanta scoppia di nuovo la passione, ma anche in questo caso dura due anni. Valeria è rimasta poi una cara amica dell’attore per tutta la sua vita.
Dall’amore poi si arrivò anche all’affetto che, secondo me, è pure più importante. Lui però prima stava con Ava Gardner e io ero l’amante perché lui la tradì con me. Lui era un tipo che soffriva molto, un uomo malinconico. Un Peter Pan mai cresciuto e io l’ho avuto in casa nel momento più delicato della sua vita, quando diceva cose amare del mondo dello spettacolo salvo poi dire che gli andava bene anche così. Ma mentiva e soffriva. Sono da condannare le persone che lasciano in autorimessa chi è stato grande. Lui, anche negli ultimi tempi, mi mandava le mimose, a testimonianza dell’affetto e del bene che rimaneva.
Valeria Fabrizi il giorno delle nozze con Tata Giacobetti
Il grande amore di Valeria Fabrizi è Tata Giacobetti, attore e componente del Quartetto Cetra, che sposa nel 1964.
Alla fine di ogni serata teatrale, al termine di una giornata trascorsa sui set cinematografici mi arrivavano in camerino fasci di rose da ammiratori che venivano a prendermi con delle fuoriserie. Ma quando iniziai a lavorare con Tata le cose cambiarono. Lui si era subito invaghito di me. Mi faceva una corte serrata. Ma io lo respingevo. Perché volevo sentirmi libera e perché non ero convinta delle sue avance. Per dirla tutta, non mi stava nemmeno simpatico, Tata. Con il tempo però il mio futuro marito mostrò il suo lato migliore. Mi colpi soprattutto con un suo comportamento. Raro in quel mio periodo fatto di corteggiatori senza ritegno. Eravamo in tournée al nord Italia e in una cittadina, non ricordo quale, tutti gli alberghi erano pieni. Alla fine ne trovammo uno, ma era libera una sola camera a due letti. Non avevamo scelta e ci mettemmo a dormire insieme. Ero preoccupata per ciò che sarebbe potuto accadere. E invece il mio futuro marito non mi sfiorò nemmeno con un dito. Apprezzai molto quel gesto. E quando qualche mesi dopo lui si dichiarò ufficialmente, cedetti. Avevo circa venticinque anni, desideravo una famiglia, dei figli. Cosi decidemmo di sposarci.
Valeria Fabrizi con il marito e la figlia
Nel 1966 Valeria e Tata hanno una figlia, Giorgia, e si amano fino alla morte dell’uomo per infarto, nel 1988.
La sua scomparsa mi fece soffrire tantissimo. Intanto avevo deciso di ridurre sensibilmente il mio lavoro di attrice. Volevo dedicarmi completamente a mia figlia, farla crescere davanti ai miei occhi.
La copertina di Playboy
La copertina del 1976 per cui ha posato.
Valeria Fabrizi sul set di "Che Dio ci aiuti"
La rinascita come attrice avviene con il ruolo della madre superiora nella fiction Che Dio ci aiuti, dove l’attrice recita al fianco di Elena Sofia Ricci e Cristiano Caccamo.
Valeria Fabrizi
Valeria Fabrizi ha detto di non pensare più all’amore da anni, preferendo dedicarsi alla figlia, al suo cagnolino, agli amici e anche alle persone del suo quartiere.
Con l’amore ho chiuso. In serenità. Preferisco dedicarmi ai giovani extracomunitari del mio quartiere. Mi fa sentire viva e utile al prossimo, occuparmi di loro. Del fioraio egiziano che non vede la famiglia da anni e manda tutti i soldi che guadagna a casa o del ragazzo senegalese che vende calze sportive a tre euro al pacco e lavora dalla mattina alla sera. Così, spesso vado a fare la spesa, torno a casa e cucino per loro pasta e carne. Seguo l’esempio di vita e di generosità indicatomi da Tata. E da Walter. Che ovunque si trovasse, alla fine dello spettacolo teatrale, radunava i barboni del posto e li invitava in trattoria. Perché, mi ripeteva, vederli sorridere con la pancia piena, mi rende allegro.
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