In principio fu Hattie McDaniel. Poi ci fu Dorothy Dandridge, finalmente in un ruolo da protagonista e non una caratterista-cameriera. In epoche più recenti possiamo fare i nomi di Whoopi Goldberg, Halle Berry, Mo’nique, Octavia Spencer, Lupita Nyong’o e naturalmente Viola Davis. Cos’hanno in comune queste artiste? Sono attrici, afroamericane, che hanno vinto un Oscar. Sono donne che hanno cambiato e stanno cambiando il mondo.
Il mondo si sta muovendo più in fretta che in passato (anche se mai in fretta quanto vorremmo), e la raffigurazione degli afroamericani è cambiata nel cinema hollywoodiano. Ruoli che prima erano appannaggio di maschi bianchi, vengono affidati talvolta a donne nere. Esiste e si sta diffondendo una più ampia consapevolezza di quanto l’identità di un’attrice o di un attore (o di un artista non binari*) debba essere raffigurata attraverso il personaggio che interpreta.
Sono davvero lontani, ma non del tutto, i tempi dei minstrel show, in cui attori caucasici si dipingevano il volto di nero per mettere in scena una pantomima degli afroamericani. Di persone che, secondo una celebre canzone di Stevie Wonder, sono Misrepresented People, gente rappresentata in modo scorretto, sbagliato. Viola Davis lotta contro questa malarappresentazione e lo fa attraverso il suo lavoro, i suoi personaggi, affinché la discriminazione, razziale o di altro tipo, sia solo un ricordo.
Non è giusto limitare la questione della discriminazione solo all’Academy – ha raccontato l’attrice, come riporta Repubblica – in America l’intera struttura del potere è molto bianca e molto maschiocentrica. Noi attrici e noi persone di colore vogliamo essere pagati per quello che facciamo, in modo equo. Le cose stanno cambiando, ma c’è ancora un lungo cammino da compiere. […] Ho passato la maggior parte della mia vita a non sentirmi a mio agio nella mia pelle. Ora non è più così.
Consiste in questo la lotta di Viola Davis, che tornerà sullo schermo a breve con diversi progetti che sono effettiva espressione di questa volontà. Una delle pellicole già completate è Operation Othello, che tratta della tragedia shakespeariana che sottolineava un problema razziale (Otello era infatti “il moro di Venezia”, un africano): qui Davis è la narratrice. In pre-produzione sono invece The Woman King e The First Lady, due biopic in cui interpreterà rispettivamente una generale di una truppa militare femminile di nome Nanisca e Michelle Obama. Ma, a proposito di biopic, Davis sarà anche in quello su Harriet Tubman, che combatté per la liberazione degli africani dalla schiavitù e per il suffragio femminile, ma questo biopic è stato solo annunciato.
Più mi ritrovo in una posizione influente – ha detto ancora Viola Davis – più capisco di essere portavoce di tante altre persone che non hanno la possibilità di dire la loro, e più sento di ricevere fiducia. […] Non mi lamento, e faccio quest’affermazione in tutta onestà, ma la verità è che ci sono veramente poche donne nere nei ruoli di punte di diamante dei film. E questo non accade perché non siamo in grado di esserlo, ma perché c’è ancora molto da combattere.
Classe 1965, Davis è figlia di un allevatore di cavalli e un’attivista per i diritti civili. Si è diplomata in recitazione al Rhode Island College nel 1998, e poi ha studiato alla Juilliard School. Si occupa molto di teatro, tanto che ha vinto due Tony, ma anche di televisione e naturalmente di cinema. Attraverso i suoi lavori possiamo scoprire in effetti la raffigurazione delle donne afroamericane di ieri e di oggi (come in Ma Rainey’s Black Bottom), sebbene non sia stata molto felice per The Help, ritenendola una pellicola che forse poteva osare di più.
Quando ho iniziato a recitare – ha spiegato l’attrice – ho capito subito che era un’esperienza molto terapeutica, ne avevo bisogno, mi sono sempre sentita come se fossi incompiuta.
Sfogliamo insieme la gallery per scoprire alcune tappe salienti della carriera di Viola Davis.
Ma Rainey’s Black Bottom
È l’adattamento di un’opera teatrale, in cui Davis è la protagonista Ma Rainey, una cantante blues. Per questo ruolo è stata candidata all’Oscar.
Barriere
Un altro adattamento dal teatro: è la storia di un ex giocatore di baseball e della sua famiglia. Davis è Rose, la moglie del protagonista e per questo ruolo ha vinto l’Oscar come migliore attrice non protagonista.
Suicide Squad
Nei due film, del 2016 e del 2021, Davis interpreta Amanda Waller, una delle antieroine dell’universo Dc.
Una scuola per Malia
Nel film, Davis interpreta una delle due madri protagoniste, che si battono per l’istruzione dei propri figli.
The Help
Davis interpreta Aibileen, una cameriera maltrattata dalla sua datrice di lavoro e dalle amiche di questa. Unico sfogo è per lei Minny, grande cuoca dalla faccia tosta che però è spesso picchiata dal marito. Da Aibileen si reca Skeeter, aspirante giornalista, che vuole scrivere un libro dal punto di vista delle cameriere afroamericane.
Mangia prega ama
Un piccolo ruolo per Davis nel mondo di ricostruzione del sé narrato da Elizabeth Gilbert, che nel film ha il volto di Julia Roberts.
Il dubbio
Un monologo incredibile per Davis in questa pellicola, in cui interpreta la madre di un giovane che forse è stato abusato da un sacerdote (è questo il dubbio del titolo).
Solaris
Davis ha anche interpretato questa pellicola fantascientifica, in cui accadono delle morti sospette su una piattaforma in navigazione nello spazio.
Il colore del fuoco
Pellicola d’esordio per Davis, in una storia che parla degli orrori dell’Olocausto. L’attrice è presente in un piccolo ruolo non centrale.
La regole del delitto perfetto
Davis pare in diverse serie televisive, tra cui Law & Order e United States of Tara. Ma è amatissima dal pubblico televisivo grazie a Le regole del delitto perfetto, in cui interpreta l’avvocata protagonista Annalise Keating. Per questo ruolo ha vinto un Emmy.
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