Nelle vecchie foto in bianco e nero la vediamo con i guantoni da pugile, in bicicletta, al volante dell’auto da corsa, mentre lancia un peso o su un campo da calcio. La vita di Violette Morris resta però un mistero di cui ci restano solo poche certezze, rappresentate dalle sue tante vittorie sportive.
Dall’infanzia in convento, passando per il suo impegno come volontaria durante la Prima guerra mondiale e la fama conquistata come eclettica atleta, in un attimo passiamo alla sua esecuzione nel 1944, colpevole di essersi prestata come spia al servizio di Hitler.
Come racconta un recente articolo di Libération, dal 1912 al 1935 Violette Morris inanellò una lunga serie di vittorie e record in quasi tutte le discipline sportive. Indossava i pantaloni e si comportava da uomo, conducendo un’esistenza libera e fuori dagli schemi.
Diventata una star nella Parigi dei ruggenti anni Venti, pagò a caro prezzo il suo tentativo di gareggiare allo stesso livello degli uomini. La sua immagine maschile, la sua trasgressione delle regole, l’omosessualità e la mastectomia volontaria a cui si sottopose per guidare la sua auto da corsa più facilmente, facevano scandalo.
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“Quello che un uomo fa, Violette può farlo”, era il suo motto. Alta 1,66 metri per 68 chili, nonostante i quattro pacchetti di sigarette al giorno, era inarrestabile. Quando le negarono di partecipare ai Giochi olimpici del 1928, i primi aperti alle donne, non si arrese.
Presentò una denuncia alla Federazione sportiva francese, che l’aveva esclusa per “oltraggio al pudore”, ma non servì a nulla. Forse il suo odio verso il suo stesso paese iniziò a scatenarsi in quel momento, portandola a mettersi al servizio del nazismo.
Fu in quel momento che Violette Morris si trasformò in quella che chiamavano la Iena o la Diavolessa della Gestapo (accuse mai veramente supportate da prove reali). La sua scelta si dimostrò fatale: pagò con la vita la decisione di schierarsi con chi aveva portato l’odio in Europa.
Sfogliate la gallery per leggere tutta la storia di Violette Morris…
L'infanzia di Violette Morris
La storia di Violette Morris, narrata in una serie di podcast da France Culture, ha inizio a Parigi nel 1893. Sesta figlia del barone francese Pierre Jacques Morris e di Élizabeth Sakakini, esponente di un’antica famiglia arabo-palestinese, viene cresciuta dalle sorelle.
Lo scoppio della guerra
Forte e tenace, ancora giovanissima non si lascia trovare impreparata allo scoppio della Prima guerra mondiale. Si arruola come volontaria e lavora come autista di ambulanze in Francia. Nel frattempo, si è già sposata nel 1914 con Cyprien Edouard Joseph Gouraud, da cui ha due figli, ma divorzia meno di dieci anni dopo.
Violette Morris e lo sport
Forte e resistente, presto Violette si appassiona allo sport, cimentandosi con successo in molte discipline, tra cui lancio del peso e del disco, calcio, nuoto, pallanuoto, ciclismo, boxe, lotta greco-romana e soprattutto automobilismo.
Violette Morris sulla sua auto
Dopo aver vinto una cinquantina di titoli internazionali in diversi sport, Violette decide di sottoporsi a una doppia mastectomia riduttiva per poter guidare meglio le automobili da corsa.
L'anticonformismo di Violette Morris
Violette Morris si sente sempre più libera di vivere la sua sessualità: incarna perfettamente lo spirito disinvolto della Parigi degli anni Venti e si veste con abiti maschili. Qualcuno inizia a storcere il naso: non si è mai vista una donna fumare, comportarsi da uomo e bestemmiare.
La vita pubblica
Ormai famosa, Violette Morris non nasconde la sua storia con l’attrice Yvonne de Bray, con cui va a vivere su una casa galleggiante. Tra i suoi amici ci sono intellettuali come Jean Cocteau e l’icona Joséphine Baker.
Violette Morris e l'ostilità del mondo sportivo
Nel 1927 Violette inizia la preparazione fisica per le Olimpiadi estive del 1928, le prime aperte alle donne. Tuttavia, la Federazione sportiva francese non le concede la licenza. Il motivo? La sua omosessualità e il fatto che indossasse i pantaloni. Lei sporge denuncia e nel 1930 parte un processo molto chiacchierato, che si conclude con una sconfitta per lei, oltre all’obbligo di pagare le spese processuali.
Violette Morris e la rabbia contro il suo paese
Affranta e arrabbiata, Violette Morris si confida con un giornalista, a cui parla della Francia come di “un paese marcio di denaro e scandali”. Si sente però sempre più attratta dal nazionalismo tedesco e dalla figura di Hitler. Durante i Giochi olimpici di Berlino, nel 1936, pare avvenga il primo contatto con i nazisti. Per alcuni storici inizia così a collaborare come spia per la Gestapo, sebbene non esistano prove certe, mentre per altri si tratta solo di attività collaborazioniste di vario tipo.
La morte di Violette Morris
Il 26 aprile 1944, Violette Morris viene uccisa, insieme ad altre quattro persone, da alcuni combattenti del gruppo francese Surcouf mentre si trova su una strada di campagna a bordo della sua auto. Le circostanze, tuttavia, non sono mai state chiarite: per qualcuno si è trattato di un ordine dall’alto, per altri di un errore. Per mesi il cadavere di Violette rimane in obitorio, senza che nessuno lo reclami: solo successivamente viene seppellito in una fossa comune.
- Storie di Donne
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