Che se ne parli bene o male, il festival di Sanremo rappresenta sempre un argomento su cui gli italiani amano confrontarsi, dividendosi tra gli estimatori e i critici. Di conseguenza, è naturale che i riflettori si accendano anche sui protagonisti della kermesse canora più famosa del Paese, siano essi i cantanti in gara o i presentatori.
In questa edizione 2019, in particolare, fin da prima che il festival partisse si era capito che gli occhi sarebbero stati puntati tutti su Virginia Raffaele, che aveva già incantato nel 2015 come co-conduttrice, regalando al pubblico alcune delle sue performance più memorabili (in quell’occasione l’imitazione di Carla Fracci raggiunse il milione di visualizzazioni su You Tube e il commento divertito della vera étoile, quella di Donatella Versace addirittura 14 milioni di visualizzazioni). Le opinioni su questa nuova avventura sanremese, invece, non sono così entusiaste, e anche l’opinionista Selvaggia Lucarelli ha espresso una certa perplessità sul ruolo della talentuosa Virginia sul palco dell’Ariston.
In tutta onestà siamo d’accordo fino a un certo punto con le parole della Lucarelli, soprattutto quando, attraverso alcune frasi e soprattutto commenti al post, è come se passasse il messaggio che, siccome Virginia Raffaele è assolutamente fenomenale nel suo essere di rottura, nell’ironia, nel talento incommensurabile nell’imitazione, allora non dovrebbe arrischiarsi in nessun altro genere di esperienza.
Sarebbe troppo comodo adagiarsi sugli allori e non mettersi mai alla prova, in gioco anche in contesti e in ruoli che per natura e vocazione non ci appartengono; di contro, è un sintomo di estrema intelligenza, di coraggio e di desiderio di migliorare provarci, mettendoci il 100%. Quindi il problema non è che “di conduttrici brave, fighe, bravine, discrete, che se la cavano ce ne sono a manciate”, o che “il tuo punto di forza non sta nell’istituzionale, sta nella rottura. Perché tu non sei il bel vestito, la scaletta, i buonasera, le gag da musical”. Non è sbagliato che Virginia abbia accettato di calarsi in altri abiti, quelli chic e sofisticati di Sanremo (che anzi lei ha adattato alla propria semplicità, parlando di vestiti in senso fisico), che abbia sperimentato su se stessa in un palcoscenico importante e culturalmente nazionalpopolare, uno di quelli su cui sa già che la gente parlerà per i mesi a venire.
Per osare un esempio azzardato, ricordiamoci che Michelle Hunziker, altra stella che ha calcato il palco di Sanremo osannata da pubblico e critica, se non avesse lavorato mettendosi alla prova sarebbe rimasta solo un lato B stampato sui cartelloni pubblicitari di tutta Italia.
Oppure, per usare un altro esempio più vicino al contesto, potremmo pensare perché non rovesciare il discorso e parlare di Claudio Bisio, l’altro conduttore, l’altro che, nascendo comico e cabarettista, si è sperimentato come conduttore. Perché lui sì e Virginia no? Perché lui non risulta inadatto e lei sì?
Inoltre, attenzione a non confondere il ruolo della presentatrice con quello di chi lancia lo spot, che è altrettanto di tutto rispetto, per carità, ma comunque diverso: perché la conduttrice non è “quella che deve annunciare la pubblicità”, e far intendere questo significa banalizzare e, in fondo, anche mortificare un po’ una figura che va ben oltre questo compito. Altrimenti potremmo annoverare nel rango di “quelle che lanciano la pubblicità” donne come Oprah Winfrey o Ellen DeGeneres o, in Italia, Catherine Spaak, Milly Carlucci, la stessa Hunziker o Loretta Goggi, che peraltro con Virginia condivide il talento imitativo e la versalitità.
Detto questo, è indubbio che se chiami Virginia Raffaele a condurre il festival chiami lei, il suo essere istrionica, irriverente ma mai sgarbata, tagliente seppur mai volgare, intelligente, ficcante, briosa. Non chiami la sua versione bon ton, un po’ impostata, rigida, che dà l’impressione di doversi limitare e di non essere a proprio agio (e non è questione di abiti, ovviamente, dato che tra le varie qualità può annoverare anche una bellezza stratosferica).
Ok il contesto che comunque esige una certa “serietà istituzionale”, ma obiettivamente a Virginia sono finora stati concessi ben pochi margini per esprimere un talento che è cristallino e lampante – finora si ricorda solo quello de L’Habanera nel corso della seconda puntata -; proprio per fare un confronto diretto con Bisio, è evidente che per quest’ultimo sia stato pensato uno spazio più ampio, come per il monologo dei migranti che, cercando di spazzare via anche la polemica pre-festival parlando di un “Baglioni sovversivo”, ha saputo coniugare lo stile da cabaret del comico con un tema decisamente più sostenuto.
La nostra è tutt’altro che una stroncatura a Virginia Raffaele, ma una sua ode, e una speranza: finché siamo in tempo, facciamole condurre un festival alla Virginia Raffaele. Lasciamole il diritto di presentarsi vestita da Belen Rodriguez senza pensare che questo la renda meno autorevole come presentatrice. Allo stesso tempo però diamole anche l’opportunità di non essere solo “l’imitatrice fenomenale”, ma anche la donna che sa adattare lo stesso talento ad abiti diversi. Sì, anche a quelli griffati Giorgio Armani.
Una donna bellissima, mille volti
Virginia Raffaele è una delle imitatrici migliori del panorama dello spettacolo italiano, capace di prendere il testimone di un mito del genere come Loretta Goggi. Che, però, nella sua vita si è messa alla prova anche come conduttrice e cantante, con risultati altrettanto brillanti.
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La comicità può essere usata in più modi: come una difesa, un attacco, un avvicinamento – ha raccontato in un’intervista – Può essere croce e delizia di una vita. L’ironia e l’autoironia potrebbero davvero salvare il mondo. Non è semplice cavalcarle, perché bisogna essere molto centrati su noi stessi, ma sono bellissimi punti di vista. L’ironia non è superficialità o il vedere le cose in modo poco serio, tutt’altro: vuol dire prendere in mano la situazione e farsi guidare dalla leggerezza, osservando le cose non in superficie ma dall’alto, in modo completo.
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Virginia si è già messa alla prova come conduttrice in una trasmissione tutta sua, Facciamo che ero io, trasmessa nel 2017, cui ha partecipato anche il ballerino Roberto Bolle.
La sua Belen fa impazzire tutti
L’imitazione di Belen Rodriguez ha fatto scoprire a tutti non solo quanto Virginia fosse eccezionale nel cogliere le sfumature dei personaggi, ma anche quanto fosse bella.
L'étoile Carla Fracci
A Sanremo 2015 Virginia Raffaele interpretò personaggi diversi, fra cui la stella della danza Carla Fracci. L’imitazione ottenne un successo clamoroso, e piacque anche alla diretta interessata, che divertita commentò dicendo: “Io però sono ancora un po’ più sciolta”.
Roberta Bruzzone (che non l'ha presa benissimo)
Virginia è stata anche la criminologa Roberta Bruzzone, che tuttavia l’ha querelata nel 2015: “Non è per la parodia, perché i più importanti e noti personaggi sono stati oggetto di parodie, quindi in un certo senso, avrei potuto trovarlo anche lusinghiero, ma ciò che mi ha offeso profondamente è stato il taglio che questa volta la Raffaele ha dato al mio personaggio. Mi dipinge come una poco di buono e denigra il mio lavoro”.
È anche Marina Abramovic
Tra le sue imitazioni Virginia annovera anche quella dell’artista e performer. L’unica a non aver apprezzato l’omaggio della Raffaele – oltre alla Bruzzone – è stata Sandra Milo, imitata durante l’ospitata a Sanremo 2017: “Sinceramente quando parlano male di me non me ne può fregar di meno, mi importa poco anche delle lodi perché vanno e vengono. Ma quella volta a Sanremo si offesero le mie figlie. Se lei facesse queste imitazioni così crudeli per poi chiudere in positivo lo capirei: va bene, ridi di me, ma alla fine riconosci il mio valore. Invece la sua imitazione fu solo volgare”.
Nicole Minetti
Virginia si è fatta conoscere a Quelli che il calcio, imitando, tra le altre, Nicole Minetti. Tra i suoi personaggi “politici” anche Maria Elena Boschi e Micaela Biancofiore.
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