Un morto, delle minacce e una battaglia legale. Nella storia del cinema e della tv si parla talvolta di produzioni “maledette”. Ma in questo caso, nel caso di Narcos, la serie tv che prende le mosse dalla storia di Pablo Escobar, la questione è decisamente reale, non relativa a presunti attacchi metafisici. In pratica, le prime tre stagioni della serie sono state funestate da accadimenti allarmanti.
Alcuni di questi problemi hanno riguardato indirettamente il protagonista Wagner Moura, attore brasiliano che nelle prime due stagioni di Narcos ha interpretato Pablo Escobar. Il fratello del Re della cocaina, Roberto Escobar, come ha riportato Il Giornale, ha infatti dapprima inviato una lettera a Tmz rivolta a Netflix – che produce lo show – in cui sembrava quasi chiedere il pizzo alla produzione.
Spero non stiate facendo profitti dal mio show – ha scritto – e se lo state facendo vi chiedo di dividere i guadagni con noi.
Poi c’è stata l’uccisione dell’assistente di produzione di Narcos, Carloz Munoz Portal, trovato crivellato di colpi in Messico. Così il fratello di Pablo Escobar ha poi chiarito la sua posizione, avviando una battaglia legale in cui venivano chiesti un miliardo di dollari per i diritti di immagine. E aggiungendo che la produzione avrebbe dovuto trovare una protezione. Per conoscere i dettagli, sfogliate la gallery.
Non voglio che Netflix o qualunque altra casa di produzione cinematografica – ha detto, come riporta l’Huffington Post – racconti di me o di mio fratello senza la mia autorizzazione. È molto pericoloso farlo senza la nostra autorizzazione.
Due stagioni
Il personaggio di Pablo Escobar è stato presente nelle prime due stagioni di Narcos, interpretato da Wagner Moura. Dato che la serie è sui cartelli della droga Colombiani, la terza stagione già da tempo in streaming su Netflix e la quarta che sarà trasmessa in futuro, riguardano appunto il dopo-Escobar. Moura è stato minacciato dal fratello di Escobar, come riporta Il Giornale:
E dire che lui non è neppure citato in nessuna delle puntate. Non capisco come mai sia intervenuto ma mi rimetto a ciò che deciderà Netflix.
La persona e il personaggio
Moura aveva comunque deciso di non interpretare più Pablo Escobar, che muore alla fine della seconda stagione, così come era morto in realtà nel 1993. L’attore ha avuto un timore di tipo professionale, e cioè ha avuto paura che il personaggio gli rimanesse appiccicato addosso, come spiega Il Giornale, oltre a delle implicazioni etiche:
Quando [Escobar] è morto, nel 1993, aveva 44 anni e per la sua gente era in quella zona d’ombra tra nero e bianco, in quel grigio tipico di chi qualche volta si è distinto anche per slanci di solidarietà.
Informazione
Moura ha studiato a fondo il personaggio di Escobar, leggendo tantissimo su di lui. Dopo la sua morte nel 1993, fu sostituito dal cartello di Calì – protagonista appunto della terza stagione. La prossima stagione, la quarta, sarà invece sul cartello di Juarez.
Il traffico di droga
Escobar è stato il primo grande narcotrafficante conosciuto. E la sua storia, secondo Moura su Il Giornale, è esemplare per comprendere come avvenga questo traffico:
Escobar è servito come apripista perché è stato lui che ha creato per la prima volta un sistema capace di operare in tutto il mondo con una incredibile capacità di penetrare nel tessuto sociale di tantissimi Paesi.
La morte dell'assistente di produzione
Nella seconda metà di settembre 2017, come riporta l’Huffington Post, è morto Carlos Munoz Portal, che era in Messico per esaminare alcune nuove location per Narcos. Nel comunicato di Netflix non figurano però precisazioni su presunti colpevoli.
Ambiguità
Le parole di Roberto Escobar suonano a un tempo ambigue e pericolose. Perché l’uomo ha cercato delle vie legali per rivalersi sul diritto di immagine, ma ha anche supposto che ci siano delle persone che non hanno visto di buon occhio il presunto sfruttamento che Narcos ha operato su Pablo Escobar.
Sicari
Secondo Roberto Escobar, Netflix dovrebbe munirsi di sicari da affiancare allo staff.
Le parole forti
Secondo Roberto Escobar, parlando di Netflix e delle persone che ci lavorano per Narcos,
le loro madri avrebbero dovuto lasciarli nell’utero.
Ancora vivo
Secondo Roberto Escobar, suo fratello Pablo è ancora vivo. È abbastanza normale per un parente rigettare e allontanare il dolore di una perdita, anche se sono passati degli anni e anche se le cronache – e la fiction – hanno raccontato una storia nera su queste persone.
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