16 maglioni di Natale davvero brutti (e per questo bellissimi)
A Natale vanno di mod molte cose... Compresi i maglioni brutti. Che sono "belli" proprio per questo.
A Natale vanno di mod molte cose... Compresi i maglioni brutti. Che sono "belli" proprio per questo.
A Natale vanno di moda molte cose: le candele, il rosso, il dorato… E ovviamente anche i maglioni di lana pesante, meglio se con fantasie a tema.
Alcuni sono sicuramente molto carini, altri pittoreschi, altri ancora, invece, si possono definire in un solo modo: brutti.
C’è da dire, però, che il bello di questi folkloristici maglioni è proprio questo: anzi, sui social esistono hashtag appositi dedicati ai maglioni natalizi, ad esempio #uglychristmassweater. Segno che il maglione brutto, a Natale, è un vero e proprio must.
Fra renne, Babbi Natale e pupazzi di neve, i soggetti di questi improbabili maglioni sono tutti, ovviamente, a tema natalizio; alcuni li acquistano solo per scherzo, altri invece sono veri e propri amanti di questi pezzi d’abbigliamento più unici che rari.
E dire che quella dei maglioni natalizi è una tradizione lunga e onorevole, che risalirebbe ai primi del ‘900 e alle nonne scandinave, che cucivano maglioni caldi e pesanti per i giovani pescatori. La popolarità del maglione si deve poi agli sciatori norvegesi, che sono riusciti a esportare la tradizione un po’ dappertutto, compresi gli States, dove negli anni ’80 molti personaggi tv gli sfoggiavano. Bill Cosby, prima dell’orribile vicenda giudiziaria che lo ha coinvolto come abusatore seriale di donne, era solito indossare dei maglioni di Natale firmati dallo stilista Kus van der Akker.
Ma le e gli amanti di Bridget Jones ricorderanno soprattutto la renna stampata sul maglione natalizio dell’integerrimo avvocato Mark Darcy, fatto che indubbiamente ha contribuito ad accrescere la fama del capo… Anche nella sua versione brutta.
Giornalista, rockettara, animalista, book addicted, vivo il "qui e ora" come il Wing Chun mi insegna, scrivo da quando ho memoria, amo Barcellona e la Union Jack.
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