4 film che Disney ha scelto di vietare ai minori di 7 anni per stereotipi sbagliati

Dumbo, Peter Pan, Gli Aristogatti e non solo: Disney+ ha deciso di mettere un disclaimer su alcuni dei suoi film per ricordare ai più piccoli che potrebbero contenere rappresentazioni stereotipate di popoli ed etnie.

Negli ultimi anni la sensibilità rispetto a certi temi, legati ad esempio a sessismo e razzismo, si è decisamente alzata, portando il dibattito su un nuovo piano, in cui c’è una maggiore attenzione al linguaggio e ai messaggi proposti anche dai media mainstream; in questa situazione, ad adeguarsi, in quello che molti hanno definito un “eccesso di politically correct“, ma che in realtà appare come una scelta oculata proprio per garantire il rispetto di comunità diverse, sono stati i film e i cartoni animati della nostra infanzia, fra cui diversi della Disney.

In tempi recenti, ad esempio, abbiamo visto il web insorgere per il presunto “caso” Jessica Rabbit, dopo che molti giornali italiani, basandosi su una fonte americana, hanno scritto che la rossa coprotagonista di Roger Rabbit sarebbe stata al centro di un cambio di immagine totale, per esaltarne meno la carica erotica e il sex appeal.

In realtà, quanto riportato dai media nostrani era una notizia imprecisa: è vero infatti che Jessica Rabbit ha subito un cambio di immagine, ma il tutto è avvenuto all’interno di un’attrazione di Disneyland, il Car Toon Spin, ispirata al film del 1988 diretto da Robert Zemeckis, e solo per dare al suo personaggio più risalto: è stato infatti cambiato il punto in cui Jessica Rabbit compare all’interno della giostra, ovvero nel bagagliaio di un’auto. Al suo posto, adesso, ci sono dei barili, mentre la rossa moglie di Roger Rabbit comparirà più avanti, nel percorso, e avrà il ruolo di investigratrice per dare la caccia alle faine.

Niente censura alla “femme fatale”, quindi, ma semmai la volontà di togliere l’immagine di damigella in pericolo di Jessica per darle una parte attiva nell’attrazione. Ma non nel film.

Diversamente da quanto accaduto nell’ottobre del 2020, quando Disney+ ha deciso di censurare alcuni suoi storici cartoni animati, vietandone la visione ai minori di 7 anni, in quanto rispecchiavano stereotipi razziali inadeguati.

Tra questi ci sono, ad esempio, Gli Aristogatti, Peter Pan e Dumbo. Ma da dove viene questa decisione?

Una risposta semplice è questa: proprio dalla maggior consapevolezza delle rappresentazioni che possono essere offensive per diversi gruppi di persone. Ma non è stato sempre così e in passato cartoni e fumetti sono stati costellati di termini dispregiativi e offensivi. In altre parole, risultavano discriminatori. Così la piattaforma Disney+ è corsa ai ripari. Ha aggiunto un disclaimer all’inizio di alcuni film particolarmente datati e li ha appunto vietati ai minori di 7 anni.

Le storie – si legge sul sito della Walt Disney Company – modellano il modo in cui vediamo noi stessi e tutti quelli che ci circondano. Quindi, in qualità di narratori, abbiamo il potere e la responsabilità non solo di elevare e ispirare, ma anche di difendere consapevolmente, intenzionalmente e incessantemente lo spettro di voci e prospettive nel nostro mondo. Perché un finale da fiaba non accade e basta. Richiede impegno. E noi ci stiamo mettendo impegno.

La Disney ha dato vita al progetto Stories Matter, che consiste in uno sguardo sempre più inclusivo rispetto alla storia delle persone, che sono viste come individui al di là della specificità che in altri tempi li avrebbe ridotti a minoranza. Accanto però a nuove narrazioni, la casa cinematografica sta prendendo in esame anche quelle vecchie, per controllare che non risultino offensive verso gruppi di persone. Così, l’azienda ha assunto un team di esperti, che è giunto tra le altre cose alla formulazione del disclaimer che viene aggiunto ad alcune opere sulla piattaforma Disney+:

Questo programma include rappresentazioni negative e/o cattive rappresentazioni di persone o culture. Questi stereotipi erano sbagliati allora e sono sbagliati adesso. Invece che rimuovere questo contenuto, vogliamo riconoscerne l’impatto dannoso, imparare da esso e stimolare la conversazione per creare un futuro più inclusivo insieme. Disney si impegna a creare storie con temi ispiratori e ambiziosi che riflettano la ricca diversità dell’esperienza umana in tutto il mondo.

È giusto così. Altrimenti cancellare una malarappresentazione sarebbe come cancellare la storia (che tra l’altro è un’usanza, da sempre, dei regimi totalitari), e invece dobbiamo poter imparare dalla storia. Per questo non si possono eliminare scene o interi film: non solo perché sarebbe come buttare via il bambino con l’acqua sporca, ma anche perché qualcuno potrebbe dimenticare che queste rappresentazioni esistevano ed erano offensive. E la memoria è sempre utile per evitare i ricorsi storici.

Questi sono i film ai quali è stato aggiunto il disclaimer.

1. Gli Aristogatti

Ne Gli Aristogatti è presente una visione stereotipata dei popoli asiatici: tra i personaggi c’è infatti un gatto con occhi obliqui e denti da coniglio che suona il piano con le bacchette.

2. Occhio anche ai testi delle canzoni

Anche i testi delle canzoni de Gli Aristogatti rimandano agli stereotipi contro gli asiatici, per esempio nel brano che recita:

Shanghai, Hong Kong, Egg Foo Young. Fortune cookie always wrong.

Che nel doppiaggio italiano è:

Quando fanno il jazz a Hong Kong, danno il tempo con il gong.

3. Dumbo

I corvi in Dumbo mettono su uno spettacolo basato sui minstrel show, che erano piece in cui agli attori caucasici veniva dipinto il volto di nero, vestivano di stracci e ridicolizzavano gli schiavi africani delle piantagioni del Sud prima della Guerra di Secessione.

4. Jim Crow

Il capo dei corvi canterini in Dumbo si chiama Jim Crow. È lo stesso nome delle leggi segregazioniste diffuse negli Stati Uniti del Sud fino a oltre la seconda metà degli anni ’60 del Novecento. Il nome era ispirato a un personaggio “coon” (in cui si paragonavano cioè gli afroamericani agli scimmioni) ed era stato incluso in una celebre poesia di Langston Hughes che denunciava l’assurdità della segregazione razziale.

5. La canzone dei lavoratori senza volto

Operai dalla pelle scura e senza volto sono impegnati in Dumbo nel fissare i ceppi per il tendone: nel mentre cantano The Song of the Roustabouts. Nel brano affermano di buttare via i soldi dopo aver ottenuto la paga.

6. Peter Pan

I nativi americani in Peter Pan vengono chiamati “pellerossa”, che era il nome poco rispettoso che veniva utilizzato per questo popolo fino a qualche decennio fa.

 

7. Tradizioni derise

In Peter Pan vengono derise anche le tradizioni dei nativi americani: infatti i ragazzi perduti indossano copricapi esagerati con piume e si lanciano in danze stereotipate

8. Robinson nell'isola dei corsari

Anche il film Robinson nell’isola dei corsari, non animato, propone una versione stereotipata di popoli asiatici e mediorientali, che vengono ritratti come nemici stranieri.

9. Aspetto completamente errato

I pirati in Robinson nell’isola dei corsari hanno la “faccia gialla” o la “faccia castana”, portano un trucco e delle acconciature esagerate e storicamente fuorvianti.

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