Cose che solo chi fa l'insegnante può capire
Essere un insegnante non è mai stato facile, ma certo dopo la pandemia di Covid le cose sono addirittura peggiorate! Ecco le difficoltà e i luoghi comuni più diffusi su questo mestiere.
Essere un insegnante non è mai stato facile, ma certo dopo la pandemia di Covid le cose sono addirittura peggiorate! Ecco le difficoltà e i luoghi comuni più diffusi su questo mestiere.
Essere un insegnante al giorno d’oggi non è uno scherzo, sono cambiati i tempi in cui maestri e professori erano temuti, al presente invece sono quasi sempre attaccati, criticati e giudicati e spesso lasciati soli a fronteggiare classi stracolme di studenti da tenere a bada con risorse ridotte al minimo. Teniamo presente che i docenti della scuola dell’infanzia e dell’asilo nido rientrano a tutti gli effetti tra i mestieri usuranti e gravosi: non è da poco avere la responsabilità di 25-30 bambini…
Oltre a questo, negli ultimi anni, come sappiamo, la scuola ha attraversato – come tutti noi – un momento particolare dovuto alla pandemia di Covid-19, che ha imposto un ripensamento dei metodi di insegnamento e inaugurato l’ormai celebre Dad, la didattica a distanza.
Nel 2022 le cose hanno lentamente ripreso la loro normalità, ma ovviamente l’esperienza vissuto ha lasciato strascichi importanti sia sugli alunni che su maestri e professori.
Nonostante tutto questo, molti tendono a sottovalutare l’impegno e la dedizione necessari per svolgere al meglio il lavoro dell’insegnante e quindi ci sono spesso luoghi comuni legati a loro che li mettono un po’ in cattiva luce con la società.
Talvolta il mestiere dell’insegnante è sottovalutato, o non pienamente compreso; alcuni pensano che nell’insegnamento si butti chi non è riuscito a realizzarsi in altri settori, magari trovando la strada per le proprie velleità artistiche, invece quella del maestro o del professore è per tantissimi una vera e propria missione, a cui si aspira con interesse e passione fin dalla più tenera età e motivata dalle più alte ambizioni, per cui riuscire a elevare il livello culturale dei giovanissimi è il coronamento di un sogno e non una “scelta di ripiego”.
Di sicuro, ci sono dei pregiudizi odiosi che circondano il mondo dell’insegnamento, e che spesso si fa davvero fatica ad abbattere. Come questi.
I due anni di pandemia, fra mascherine e Dad, hanno lasciato strascichi inevitabili, anche se ormai l’attività scolastica è ripresa normalmente.
È un altro falso mito sugli insegnanti: i giorni di ferie, infatti, sono uguali a quelli di tutti i dipendenti, il fatto che la scuola sia chiusa per tre mesi non significa che gli insegnanti non lavorino: devono essere reperibili e organizzano programmi e riunioni in vista del nuovo anno scolastico. Certo, magari i docenti riescono a godersi l’estate un po’ di più rispetto agli altri lavoratori, ma poi hanno ritmi serratissimi durante il resto dell’anno in cui non possono prendersi giorni di ferie.
Spesso si trasformano in scontri, perché non tutti i genitori accettano serenamente l’idea di vedere i propri figli criticati, magari per la condotta non impeccabile o per lo scarso rendimento scolastico.
Un altro falso mito sugli insegnanti, che spesso, quando sono riuniti, vengono immaginati mentre pasteggiano con tè e pasticcini e conversano amabilmente del più e del meno.
Peccato che spesso le persone non comprendano la correzione dei compiti, la preparazione delle lezioni, o gli straordinari non retribuiti.
Certo, non è equiparabile ad andare in miniera, ma dietro la preparazione di un programma scolastico c’è molto lavoro, senza contare che spesso gli insegnanti, specie delle classi inferiori, si trovano a dover tenere a bada una media di 25 bambini e bambine non sempre disciplinatissimi.
Da quando sono diventata mamma sono convinta che le donne abbiano i super poteri.
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