Land art: dove sono (anche in Italia!) le 10 opere più stupefacenti da visitare
Quello che c'è da sapere per approcciarsi alla land art: alcune opere d'arte effimere e non, che compenetrano la natura e il paesaggio (a volte anche urbano).
Quello che c'è da sapere per approcciarsi alla land art: alcune opere d'arte effimere e non, che compenetrano la natura e il paesaggio (a volte anche urbano).
Un esempio ne è la street art, che ha solitamente una forma clandestina e si trova in scenari urbani, ma un’altra è la land art, che non solo consiste in istallazioni all’interno di scenari naturali, ma spesso, non sempre, prende a piene mani dai materiali già disponibili in un determinato territorio.
Prende anche il nome di earth art o earth work. Si tratta di una forma d’arte contemporanea che discende dall’arte concettuale. È infatti fondamentale il suo retroterra filosofico, per cui la land art, nata negli Stati Uniti nel 1967, “esce” letteralmente dai musei per trovare collocazione in uno scenario naturale o parzialmente modificato dall’uomo (come un campo coltivato, oppure un piccolo porto e simili).
E naturalmente la sua fuga avviene anche dal mercato artistico, tanto che le opere di land art hanno una natura per lo più effimera: la loro attestazione si ha in gran parte grazie a foto e progettazione su carta.
È probabile che il nome del land artist più conosciuto per noi italiani sia quello di Christo, nome d’arte di Christo Javachev, artista bulgaro che ha operato in tutto il mondo, ma in particolare in Europa e in special modo in Italia.
Molti e molte tra noi ricorderanno i suoi “impacchettanti” (in un caso anche postumo, quello dell’Arco di Trionfo a Parigi, a un anno dalla sua morte), oppure l’opera The Floating Piers, in cui realizzò delle passerelle temporanee sul Lago d’Iseo per poco più di due settimane nell’estate 2016, collegando Sulzano son le isole di Montisola e San Paolo.
Molto celebre è anche l’artista statunitense Dennis Oppenheim. Egli puntò il suo lavoro su opere cinetiche, su istallazioni in vetro e metallo, che parlassero di tematiche sociali ma anche di tematiche legate all’ambiente.
Una delle sue opere più celebri, realizzata a New York nel 2006, è Garden for the accused, from alternative landscape components: si tratta di una sorta di “prigione naturale”, che richiama il concetto della privazione della libertà, e si trova proprio nei pressi di un carcere.
Tra gli altri nomi si possono annoverare quelli di Walter De Maria, Robert Smithson, Barry Flanagan, Jan Dibbets e Richard Long.
Una delle opere più iconiche è la Spiral Jetty di Smithson realizzata nel 1970 sul Great Salt Lake. Si tratta di una suggestiva spirale fatta di fango, cristalli di sale e rocce basaltiche, per una lunghezza di 460 metri e una larghezza di 4,6.
In Egitto troviamo invece un’altra spirale, la Desert Breath, realizzata nel 1997 da Danae Stratou, Alexandra Stratou e Stella Constantinides: si tratta di un’opera cinetica che misura il tempo, perché fatta con piramidi di sabbia che si abbassano formando delle buche, che a loro volta si riempiono riformando le piramidi in un ciclo continuo.
Oltre al succitato esempio di Christo, la land art in Italia ha trovato sponda nel connubio con altre espressioni creative, come l’arte povera.
In più ci sono veri e propri luoghi che ospitano opere di land art come fossero musei a cielo aperto. Tra questi ci sono il Campo del Sole in Umbria, Arte Sella in Trentino, dove si trovano pure lo Smach e il BoscoArteStenico.
In un luogo in cui sono stati gettati rifiuti per decenni, c’è chi ha pensato di realizzare delle opere d’arte con materiali di recupero. È in California.
Il volto di un uomo scolpito con la creta in un albero. L’opera si chiama Stella di legno.
Quest’opera si trova in un giardino belga, a Bonemhoeve: si tratta di una struttura che sfrutta la crescita naturale dei salici.
L’opera si trova a Edremit.
Si trova ai Giardini storici di Venezia.
Si trova al Dalkeith Country Park nel Regno Unito.
Si trova a Bolton Le Sands Beach, nel Regno Unito.
Questa istallazione è stata realizzata in occasione di un evento pubblico, il No Flag Party, che si è tenuto in Cambogia nel 2019.
È un’opera del 2019 di Martin Marchef e si trova in Sri Lanka.
Quest’istallazione ha compenetrato nel tempo diversi spazi all’aperto. Qui si trova nel porto di Otranto, in Puglia, suo luogo definitivo. Realizzata da Costas Varotsos, ricorda il naufragio della Kater I Rades (è fatta con il relitto della nave) nella notte del Venerdì Santo del 1997. Trasportava 81 migranti, ma solo 57 corpi furono recuperati dal mare.
Si tratta del Parco Nikola Lenivets, che si trova in Russia e ospita diverse opere.
Alcune delle statue di Pietro Cascella, che si trovano in Umbria, a Campo del Sole.
Questa è la Spiral Jetty di Smithson, che può essere vista da tre punti e risultare differente: dall’alto, dalla costa e dalle sue immediate vicinanze.
In quest’opera sembra quasi che il deserto respiri, dando l’idea di una creatura non solo vivente, ma senziente.
L’opera di Christo sul Lago d’Iseo presa d’assalto dai visitatori.
Vorrei vivere in un incubo di David Lynch. #betweentwoworlds
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