"Viva la Vulva": il canto che libera artiste, donne e... vulve dai tabù

Una mostra collettiva di 13 artiste celebra la bellezza e l'unicità delle vulve, salutando l'arrivo in Italia della pluripremiata campagna Viva la Vulva, che mira ad abbattere tabù, stereotipi e false credenze sul corpo femminile.

Anche in Italia le vulve ora parlano. Anzi, cantano.
Cantano una canzone che si chiama Viva la vulva, che racconta la loro unicità e le celebra nella loro diversità. È un canto di liberazione, dalla vergogna e dagli stereotipi, perché Viva la vulva, la campagna di Nuvenia, brand della multinazionale svedese Essity, ha proprio questo obiettivo: rompere i tabù sul corpo femminile.

Per l’arrivo in Italia di questa bellissima e pluripremiata campagna, Nuvenia ha presentato una mostra collettiva che ha unito 13 artiste internazionali che indagano nelle loro opere gli stereotipi e i pregiudizi legati alla femminilità, per liberare attraverso l’arte le donne e i loro corpi, celebrandone la diversità.

La mostra collettiva sarà aperta dal 9 all’11 ottobre 2020 allo Spazio Six di Milano, all’interno del palinsesto culturale cittadino 2020 “I talenti delle donne”, con un preciso scopo benefico: le opere delle artiste sono infatti all’asta online – in collaborazione con CharityStars – fino al 19 ottobre 2020 e il ricavato andrà al Comitato della Croce Rossa Italiana di Milano per supportare le donne senza fissa dimora che vivono in condizioni di disagio e provano ogni giorno sulla loro pelle il significato di period poverty. Grazie all’asta verranno distribuiti 10.000 kit per l’igiene personale.

Viva la vulva di Nuvenia, arriva dopo la campagna Blood Normal con cui il brand ha fatto coraggiosamente a pezzi un altro tabù, quello legato alla rappresentazione del sangue mestruale: storicamente blu o lilla nelle pubblicità, le mestruazioni sono state mostrate senza vergogna nel loro colore naturale, il rosso.

La campagna Viva la vulva ha vinto ben 6 Leoni d’Oro nella categoria Health, Creative Strategy (healthcare & brave brand), Glass (uguaglianza uomini/donne) al Festival internazionale della creatività 2019 di Cannes e 60 Premi in altri prestigiosi festival creativi e pubblicitari; ma non si tratta solo di uno spot suggestivo e riuscito.

Viva la vulva ha un respiro ben più ampio e l’ambizione di fare cultura, inserirsi in un dibattito, fare la propria parte. Ed è da uno sguardo comune e dall’obiettivo condiviso di restituire alle donne una narrazione naturale, serena e libera da costrizioni sulle tematiche del sesso, del corpo e delle mestruazioni, che su Roba da Donne è nata una rubrica powered by Nuvenia dal nome evocativo: Chiamiamo le cose col loro nome – Si dice mestruazioni e vulva, che punta a rompere i tabù della mancata informazione sulle parti intime femminili.

Perché le vulve devono parlare

Uno studio di Nuvenia sul tema ha svelato numeri di grande impatto rispetto alla conoscenza che le donne italiane hanno delle proprie parti intime, che spesso vengono confuse tra loro.

La ricerca di Essity condotta a gennaio 2020 con l’Istituto Nazionale AstraRicerche racconta che in Italia 1 persona su 5 non sa dire dov’è la vulva. E che 1 su 3 sia convinta che le vulve siano tutte uguali.

Altri dati dello studio fotografano la situazione nel nostro paese rispetto a questi temi:

  • Il 23% degli italiani sostiene di non essere abbastanza informato sull’apparato genitale
    femminile
  • Quasi 3 soggetti su 4 (74%) vorrebbero saperne di più
  • Il 25% non sa indicare dove si trovi la vulva e soltanto il 31% sa che vulva e vagina sono due
    organi diversi
  • Il 45% della popolazione italiana non ne parla mai
  • Il 34% delle donne si dichiara in imbarazzo nel rapporto con la propria zona intima

Per questo una mostra come quella organizzata da Nuvenia a Milano può aiutare a capovolgere la narrazione che spesso si fa della vulva e in generale dell’intimo femminile. Se ne parla troppo poco o se ne parla male. Se ne parla con vergogna e con timore.

Attraverso Nuvenia, Essity dà voce alle donne, alle loro storie, sensibilità, esperienze, tutte diverse e allo stesso tempo tutte preziose. È importante anche per le nuove generazioni che il genere femminile acquisti
sicurezza e fiorisca consapevole che la propria zona intima è un piccolo miracolo della natura che
non deve rispondere a nessun canone di bellezza, né diventare fonte di imbarazzo.

Parole di Lucia Tagliaferri, Direttore Commerciale Consumer Goods Essity Italia, nel contesto della mostra che riprende il concept della campagna, Viva la vulva, e l’idea che non esista una forma perfetta, un corpo perfetto e un solo canone di riferimento, anche per quanto riguarda la vulva.

Le artiste e le opere della mostra “Viva la vulva”

Sono 13 le artiste che hanno messo la loro creatività al servizio di questo progetto, secondo modalità di espressione personali e diverse tra loro: dalla scultura, al ricamo, all’installazione, fino al classico acquerello.

Il percorso della mostra si divide in quattro aeree, in cui il “triangolo magico tutto femminile” parla della donna, del concetto di femminilità, di cultura e pensiero sociale.

Qui alcune opere rappresentative delle tredici artiste che hanno trasformato questo concetto universale e archetipico in una mostra dedicata al suo simbolo più potente.

1. Arianna Tinulla Milesi

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Sei una balena. 2020. Matita e pastelli acquerellabili su carta da acquarello

Arianna Tinulla Milesi è un’artista e un’illustratrice di Bergamo che vive in Inghilterra. Le sue sono opere mixano disegno e installazioni interattive che creano atmosfere leggere e sospese. Le opere presentate nella mostra Viva la Vulva riprendono alcune delle parole usate per appellare corpi femminili morbidi, come balena.

In mostra e all’asta con altre opere.

2. Caroline Pera

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Life Cycle. 2019. Olio su tela di lino

Caroline Pera è un’artista franco-americana nata a Milano nel 1987. La sua rappresentazione femminile indaga diversi punti di vista, con un approccio antropologico ricco di emozione e ricordo.

In mostra e all’asta con altre opere.

3. Cecilia Viganò

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Bilancia, Serie “Racconti vegetali”. Work in progress 2014-2020. Traccia vegetale e Grafite

Cecilia Viganò (in arte Cevì) è diplomata in Pittura all’Accademia di Brera di Milano. La sua arte si esprime attraverso il disegno, la performance e l’installazione. Per Viva la Vulva ha messo al centro il potere dell’immaginazione, del ricordo e della memoria personale per rappresentare il femminile.

In mostra e all’asta con altre opere.

4. Coquelicot Mafille

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Women Race and Class. Ricamo e stampa su carta da disegno originale

Coquelicot Mafille è un’artista francese che vive in Italia. Declina la sua pratica attraverso diversi medium, tra i quali il ricamo e la scrittura, su tela, tessuto, carta, muri urbani e vetrine, con filo, pittura e adesivo.

In mostra e all’asta con altre opere.

5. Flaminia Veronesi

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Sirena. 2020. Acquarello su carta

Flaminia Veronesi vive e lavora a Londra. Ha scelto l’archetipo femminile della sirena per raccontare la sua idea di femminilità.

Opera unica in mostra e all’asta.

6. Giulia Maria Belli

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Idea Coatta. 2020. Serie di due monotipi ad olio su carta

Giulia Maria Belli nasce a Udine nel 1989, città in cui vive e lavora. La sua è una ricerca che mette al centro immagini, fotografie ed elementi ritrovati.

In mostra e all’asta con altre opere.

7. Laura Bianchi

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Navel. China e acquerello su carta

Laura Bianchi nasce a Crema nel 1982, attualmente vive e lavora a Londra. Il suo lavoro ha al centro la figura umana, con uno sguardo alla fragilità del corpo e alla nostalgia.

In mostra e all’asta con altre opere.

8. Lisa Junius

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Moon Power. 2020. Olio e acrilico su tela, 80×100 cm

Lisa Junius è un’artista multidisciplinare, illustratrice e designer. Il racconto della sua arte esplora il rapporto tra la donna e la luna.

Opera unica in mostra e all’asta.

9. Nicki Martin-Harper

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What Was Given. 2019. Pelle sintetica, su supporto in legno, impreziosito da valluto, crochet, ricami e bordatura 90x60x30 cm

Nicki Martin-Harper è un’artista britannica tessile che vive a Londra. Crea arte vulvare dall’inizio del 2019, su internet e sui social media è conosciuta come Utopian Fallopian. La sua opera mixa l’archetipo femminile con quello legato al ciclo e alla vulva.

In mostra e all’asta con altre opere.

10. Raphaële Anfré

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Intimité d’une Féminité. 2020. Aquerelli ExtraFine su carta 100% Cotton Arches 300gm2

L’artista è anche una fashion designer e su questo doppio filo si muovono i suoi lavori, che tratteggiano non solo l’intimità ma anche desideri, fantasie, dubbi e paure dell’essere umano.

In mostra e all’asta con altre opere.

11. Sian Amber Fletcher

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Listen to music & masturbate. 2020. Illustrazione digitale creata con Adobe Procreate

Sian Amber Fletcher è una giovane illustratrice e artista di Città del Capo, Sud Africa. Il suo è un lavoro fortemente ispirato ai corpi e
al femminismo intersezionale. Al centro, molto spesso, c’è il piacere femminile.

Opera unica in mostra e all’asta.

12. Théa Lime

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Vénus de la Jungle. 2020. Acquerelli e inchiostro a micro-pigmenti, 14,8 x 21 cm.jpg

Attraverso i suoi disegni Théa Lime parla di emancipazione e femminismo. Sono disegni che parlano di positività verso il proprio corpo, amore per se stessi e i diritti delle donne, oltre che di libertà.

In mostra e all’asta con altre opere.

13. Sanjeshka

Does She Keep You Warm at Night? File Audio

Sanjeshka è il nome d’arte di Sanja Pupovac, artista serba che vive e lavora a Milano. Laureata e ora insegnante al Politecnico di Milano, l’artista ha realizzato illungometraggio “INTERNET”, composto quasi interamente di chat.

Opera unica in mostra e all’asta.

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