Questo manuale è stato realizzato da Nadia Busato, all’interno del progetto Non te lo posso dire – Alziamo la voce VS il bullismo di Roba da Donne con il supporto del dottor Massimo Giuliani e della dottoressa Carmen Sansonetti (Area Nord Italia – Lombardia Settore Scuole ed Eventi Sportivi) del Centro Nazionale Contro il Bullismo – Bulli Stop.
Bullismo e cyberbullisimo: cosa sono
- Il cyberbullismo è una forma di prepotenza virtuale attuata attraverso l’uso di internet e delle tecnologie digitali come esempio social, cellulari, chat, e-mail, ecc.
- Rientrano nella definizione di bullismo tutte le situazioni caratterizzate da aggressioni volontarie e ripetute nel tempo, mirate a insultare, minacciare, diffamare e/o ferire una persona (o un piccolo gruppo).
Non si fa quindi riferimento ad un singolo atto, ma a una serie di comportamenti portati avanti ripetutamente nel tempo, all’interno di un gruppo, da parte di qualcuno che compie azioni o dice cose per avere potere su un’altra persona. - Quando queste prevaricazioni e oppressioni si estendono dalla vita reale anche alla vita online, si parla di cyberbullismo.
Proprio come il bullismo tradizionale, i bulli (una persona o un gruppo) si sentono più potenti nei confronti di persone (le vittime) percepite come più deboli. - È un fenomeno che riguarda in particolare ragazzi e ragazze nell’età scolare. Generalmente, le aggressioni iniziano e si ripetono negli ambienti di aggregazione: dalla scuola allo sport, dagli spazi per lo studio a tutti gli altri ambienti in cui si ritrovano.
- È commesso tra persone di pari età o comunque in gruppi di pari (compagni di classe, di scuola, di squadra, vicini di quartiere, ecc.).
- Il cyberbullismo si manifesta attraverso diverse forme comunicative scelte dal bullo. Generalmente, si realizza attraverso l’invio di messaggi audio, foto e/o video tramite smartphones, pc, tablet (su social network, app, chat, ecc.).
- Nei casi più compulsivi, il bullo fa uso di filmati in cui ritrae la vittima a sua insaputa in momenti della sua vita quotidiana e privata. L’effetto è sempre quello di insultare, offendere, minacciare, diffamare e/o ferire.
Alcune caratteristiche rendono il cyberbullismo diverso da ogni altra forma di oppressione.
1. L’anonimità
Il bullo che offende online cerca quasi sempre di nascondersi dietro identità false (nickname) e cerca di non essere identificabile. Questa sconessione tra bullo e vittima fa sì che il primo non veda le reazioni della vittima alle sue aggressioni. Non potendo vedere quanto male causa, il cyberbullo non è mai totalmente consapevole delle conseguenze delle proprie azioni.
E poiché non sono visibili, spesso nemmeno il gruppo estraneo alle aggressioni (compagni di scuola, di squadra, coetanei, amici) riescono a comprendere le ferite della vittima e a condannare apertamente il bullo.
Per questo, è più difficile per il bullo provare sentimenti come l’empatia o il rimorso per ciò che ha fatto; ed è dunque necessario che sia reso consapevole da un amico, da un insegnante o da altri.
2. La mancanza di fisicità
Il cyberbullismo può avvenire ovunque, senza limiti fisici. Può invadere gli spazi personali e privare la vittima dei suoi spazi-rifugio (la camera, la casa, le sue identità virtuali).
Inoltre, le aggressioni possono avvenire in ogni ora del giorno e della notte.
3. L’impatto
La diffusione delle molestie tramite internet è velocissima e incontrollabile. Anche se la situazione dei controlli e dei tracciamenti migliora, video e immagini possono restare online ed essere visibili in tutto il mondo. Una grave aggressione di cyberbullismo può avvenire “comodamente” anche solo in un arco di 24 ore.
Il cyberbullismo è un fenomeno in crescita costante. Una delle ragioni è che i ragazzi usano le nuove possibilità offerte dalla tecnologia e dalla rete internet molto meglio degli adulti. Proprio per questa mancanza di dimestichezza con le tecnologie gli adulti che dovrebbero accorgersi e vigilare sulle aggressioni (genitori, insegnanti, coach) letteralmente non si accorgono di quello che accade.
Come riconoscere se si è vittime di bullismo o cyberbullismo?
Si è vittime di bullismo e/o di cyberbullismo se esistono questi tre elementi.
1. Le aggressioni sono intenzionali.
Il bullo vuole farti del male di proposito. Si sente superiore a te, più forte, più intelligente, comunque “più”. Per sentirsi così, manifesta volontariamente la sua
volontà ad abbatterti, fisicamente e moralmente, a farti sentire “meno”.
2. Le aggressioni sono continue in un determinato arco di tempo.
In qualunque forma e attraverso qualunque canale arrivino le minacce (sms, chat, video, meme, ecc.) si ripetono dal momento in cui iniziano, spesso diventando sempre più aggressive. Nel caso del cyberbullismo, questo tempo può essere breve, ma intensamente feroce (anche solo poche ore).
3. L’aggressione ha una natura sociale.
Il bullo (o il gruppo di bulli) vuole isolarti dagli altri, farti sentire una non-persona, farti sentire vulnerabile, senza difese, minare la tua fiducia in te stesso e negli altri. Riuscendo a invadere tutti gli spazi privati a ogni ora della giornata, anche la notte, il cyberbullismo crea una costante sensazione di persecuzione, senza possibilità di essere davvero al sicuro in nessun posto.
Cosa fa la legge per proteggere le vittime di cyberbullismo?
Il Parlamento italiano ha approvato il 18 maggio 2017 una legge (la n.71/2017) che prevede misure per riconoscere il cyberbullismo, difendere le vittime, educare e rieducare gli aggressori. La legge 71/2017 ha come titolo “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo” ed è accompagnata da un documento che si chiama “Linee di orientamento”.
La legge mette al centro il ruolo della scuola per prevenire e gestire il fenomeno. Ogni scuola deve individuare un insegnante che faccia da referente e si occupi di coordinare momenti di informazione, azioni di prevenzione e di contrasto del cyberbullismo. Questo insegnante è anche la persona che fa da tramite tra la scuola, la famiglia e le istituzioni giuridiche, per riconoscere, accogliere, ascoltare le vittime e fornire loro la soluzione migliore per affrontare l’aggressione.
La Legge 71/17 introduce per la prima per la prima volta nell’ordinamento giuridico anche una definizione legale di cyberbullismo:
Qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica, nonché la diffusione di contenuti on line aventi ad oggetto anche uno o più componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo. (Art. 1- Comma 2).
La scuola può aiutarmi?
La scuola è il primo luogo in cui puoi chiedere aiuto: così dice la legge.
Prima della legge, le scuole che denunciavano atti di cyberbullismo e bullismo si esponevano a critiche, come se il fenomeno dipendesse da una loro cattiva gestione. Ma dopo la legge, che ha reso evidente la diffusione del cyberbullismo e la sua pericolosità per le persone e per i gruppi sociali, le scuole si sono attivate.
Ora moltissime scuole spalancano le porte a eventi che mostrano a tutti la visione del fenomeno. E tutte le scuole forniscono supporto ai ragazzi e alle famiglie con il dialogo, con i corsi, con la preparazione del corpo docente e tecnico, con il monitoraggio del sistema vitale degli studenti , intervenendo nei casi più gravi.
IMPORTANTE Ricordiamo che sopra i 14 anni di età qualsiasi dolo può diventare per la legge italiana reato e trattato nelle sedi di competenza. Quindi, se il bullo ha più di 14 anni, può affrontare un processo e una condanna.
Assisto o subisco cyberbullismo. 5 cose che posso fare subito
1. Parlarne
La prima cosa da fare, sia che tu subisca o tu veda un’aggressione, è parlarne subito.
Scegli le persone di cui ti fidi di più. Puoi parlarne in casa con i genitori o con persone fidate che fanno parte della mia vita: il parroco del paese, il tecnico della palestra che frequenti, gli amici fidati, anche più grandi. Insomma: parlarne è fondamentale e tu non sei solo.
2. Scegli gli amici
La seconda cosa da fare è scegliere amici comprensivi ed empatici, persone che accolgono e possono supportare il disagio, nostro o di chi è bullizzato. Gli amici giusti sono un pilastro per la serenità e la difesa dalle aggressioni.
3. Non avere paura
I bulli stanno commettendo un’azione ignobile e contro la legge. Sono aggressivi e arroganti perché si sentono intoccabili. Ma non è così; ed è per questo che tu non devi averne paura. Denunciare quello che sta succedendo è la cosa più giusta da fare, perché il silenzio e l’omertà nascondono le violenze. Lao paura fa crescere la paura. Rompere questo meccanismo richiede coraggio. Ma è l’unico modo.
4. Non reagire da solo
È importante chiedere aiuto per capire come sia meglio reagire. Anche se ti senti pieno di odio e in trappola, devi evitare di contrattaccare da solo e direttamente. Prima chiedi
aiuto.
5. Resta dalla parte della ragione
Sei vittima di aggressione: questo significa che sei dalla parte della ragione. Se inizi un conflitto aperto, se rispondi con violenza, passerai dalla parte del torto; anche se è comprensibile, dato quello che ti viene fatto e come ti fa sentire.
Chiedi aiuto e, in ogni momento della tua reazione, rendi evidente come le aggressioni ti feriscano e ti impauriscano. Se riconosci e descrivi le tue emozioni, gli adulti capiranno e i bulli saranno messi di fronte alle conseguenze del loro comportamento (e forse non lo ripeteranno più).
Cos’è Bullistop e come può aiutarmi?
Il Centro Nazionale Contro il Bullismo – Bulli Stop è un’organizzazione Nazionale Apartitica ed Apolitica. Usando all’inizio il teatro e oggi con molte altre forme di espressione che vanno dall’arte allo sport, ha già coinvolto migliaia di giovani. Il suo scopo è sensibilizzare tutti, soprattutto i ragazzi in età scolare, sulle problematiche del cyberbullismo, aiutandoli a far emergere le loro storie, raccontate direttamente da loro nei loro gruppi.
Bullistop raccoglie il supporto di personaggi famosi del mondo dello spettacolo, dello sport, della politica, della società. Queste personalità supportano attivamente l’amplificazione di un messaggio di solidarietà contro queste forme di reato. Tra i volti più noti ci sono il Generale Luciano Garofano, ex Comandante dei RIS di Parma, lo showman Maurizio Costanzo, il cantautore Max Gazzè, gli attori Alessandro Gassman e Maria Grazia Cucinotta, e diversi altri nomi noti.
Dell’associazione fanno parte tecnici competenti presenti in tutta Italia, come pedagogisti, psicologi, avvocati, ecc. Sono esperti con una solida formazione accademica e professionale, che possono supportare nei momenti di difficoltà le persone che ne fanno richiesta.
Come chiedere aiuto
Scrivi a Bulli Stop (link)
Per informazioni e per ricevere supporto:
- pedagogico
- scolastico
- legale
- psichiatrico
- socio educativo
Altri link utili
Generazioni Connesse – approfondimento sul cyberbullismo nel sito del MIUR dedicato agli studenti e alla rete
Gazzetta Ufficiale – il testo della legge 71/2017 contro il cyberbullismo
Moige – il progetto contro il bullismo del MOIGE, il Movimento Italiano Genitori onlus
Orizzonte Scuola – una sezione sul cyberbullismo nella rivista on line dedicata al mondo della scuola