Mazda smonta i 6 stereotipi più diffusi sulle donne al volante

Più distratte, insicure e attente solo all'estetica: è ora di sfatare i più comuni (e banali) falsi miti sulle donne al volante.

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Donna al volante, pericolo costante? Sembrerebbe proprio di no.

Insomma uno degli stereotipi più comuni – e imbarazzanti – con cui siamo cresciuti non sarebbe altro che un clamoroso fail, visto che, dati e ricerche alla mano, le donne in auto non sono “dannose” come per anni i luoghi comuni ci hanno fatto pensare.

Basta pensare alle donne come delle Crudelia De Mon indiavolate alla guida della loro automobile, oppure distratte perché intente a ripassare il make up o a guardare le vetrine. La verità è che le donne non guidano più veloce degli uomini, non causano più incidenti degli uomini, e parcheggiano male proprio come fanno tanti uomini.

I 6 peggiori stereotipi sulle donne al volante

Quali sono, se dovessimo riassumerli, i peggiori cliché che pesano sulla testa delle donne quando si mettono alla guida di un’auto?

Non saperne proprio nulla di motori e cavalli: ammesso e non concesso che questo possa essere considerato un requisito fondamentale per possedere un’auto (ma nutriamo forti dubbi, a meno che non si abbia la velleità nascosta di entrare nel team di ingegneri della Ferrari…) sarebbe curioso lanciare una “sfida” per capire quanti uomini non appassionati di automobilistica (o meccanici) conoscano questi dettagli.

Le donne scelgono un’auto in base all’estetica: il che non significa abbinarla al colore dello smalto o della borsa. Significa prediligere un’auto che possa soddisfare le nostre esigenze, essere capiente e comoda per ospitare bagagli, spesa, bambini da portare a scuola o ai vari corsi, che sia dotata degli optional che fanno al caso nostro, e perché no, da ultimo, che abbia anche un colore che ci piace. Gli uomini hanno criteri poi tanto diversi nella scelta di un’auto? Sembrerebbe proprio di no, anzi: secondo un’infografica sulle abitudini in auto di uomini e donne nel 2015 realizzata da automobile.it gli uomini sono più sognatori, mentre le donne sono più pragmatiche, e ci mettono il 10% del tempo in meno per decidere l’auto usata da acquistare.

Le donne sono insicure alla guida: forse solo se non conoscono la strada. Ma in quel caso è il navigatore ad aiutarle, non certo un cavalier servente che guidi al posto loro.

Le donne si truccano mentre guidano: non più di quanto gli uomini guardino il cellulare od occupino il tempo in varie attività di “pulizia personale”.

Le donne non sanno parcheggiare: non più di quanto non sappiano farlo alcuni uomini, in realtà. L’abilità nel parcheggio è molto personale. Diverso è decidere di fare qualche passo a piedi in più per parcheggiare in tranquillità in un posto dove non incontriamo difficoltà, o incaponirsi per non fare nemmeno un metro in più.

Le donne sono distratte: per rispondere a quest’ultima affermazione, vi riportiamo di seguito i risultati di alcune ricerche che non solo l’hanno smentita, ma addirittura rovesciata.

Perché gli stereotipi sono falsi: analisi e ricerche che lo provano

È un dato di fatto che gli uomini guidino più delle donne, rappresentando il 57% del totale degli automobilisti italiani, ma secondo l’infografica di automobile.it, non c’è molta differenza nel numero di chilometri percorsi: 11.500 km, contro 10.600 km, ovvero meno di 3 chilometri al giorno nell’arco di un anno.

L’Università del Michigan ha inoltre condotto uno studio per evidenziare che le donne non hanno alcun limite fisico o psicologico rispetto agli uomini nella guida. Nella ricerca, che ha coinvolto 6 piloti uomini e 6 donne, sono stati presi in esame alcuni dei parametri fisici considerati fondamentali per guidare un’auto da corsa, come respirazione, accelerazione del battito cardiaco, temperatura corporea, insomma fattori che possono indicare stress, e le analisi si sono svolte considerando le fasi del ciclo mestruale che, date le fluttuazioni ormonali che comportano, potrebbero essere imputabili alle donne come causa di maggiori difficoltà alla guida.

I risultati non hanno evidenziato differenze di genere: i ricercatori hanno notato che i parametri fisici indicanti stress e fatica cambiavano in base a fattori “esterni”, come ad esempio il tipo di auto, ma non per il sesso né a causa del ciclo mestruale.

Il Centro Studi Contintental, come riportato da Repubblica, ha invece evidenziato come solo un quarto degli incidenti stradali (ci riferiamo a quelli imputabili a colpe dei conducenti) sia causato da donne, mentre i restanti tre quarti dipendono da uomini: la stima, in percentuale, è 26,6%  contro il 73,4%.

Le donne, semmai, sono più spesso vittime passive degli incidenti, dato che, dal 1981 a oggi, mentre il numero di uomini coinvolti in un incidente stradale che hanno riportato qualche conseguenza è calato del 4,2%, quello delle donne è aumentato del 36%. Questo dato dipende dal fatto che le donne sono più spesso sul sedile del passeggero, che notoriamente è più esposto a rischi in caso di incidente.

Insomma nessun “pericolo costante” se a guidare è una donna; e non c’è nemmeno da sorprendersi se le donne sono perfettamente in grado di parlare di cerchi in lega, ibrido, fari full led, sistema infotainment, assistenza alla guida, cruise control, o se valutano un’auto in base anche agli optional che presentano. Forse a chi pensa ancora che le donne siano meno brave, esperte e abili alla guida non servirebbe un’auto, ma una macchina del tempo, che lo porti (finalmente) al 2020.

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