Citazioni di Alessandro Baricco
Ogni tanto, nelle giornate di vento, scendeva fino al lago e passava ore e guardarlo, giacché, disegnato sull'acqua, gli pareva di vedere l'inspiegabile spettacolo, lieve, che era stata la sua vita.
Stette ad ascoltare, in silenzio, fino all'ultimo, fino al treno di Eberfeld. Non pensava nulla. Ascoltava. Gli fece male sentire, alla fine, Hervè Joncour dire piano –Non ho mai sentito nemmeno la sua voce.– e dopo un po' –è uno strano dolore– piano –morire di nostalgia per qualcosa che non vivrai mai
- Tanto a qualcuno la dovrai raccontare, prima o poi, la verità. - Lo disse piano, con fatica, perché non credeva, mai, che la verità servisse a qualcosa.
Qualcuno diceva: ha qualcosa addosso, come una specie di infelicità.
- tu eri morto - disse - e non c'era più niente di bello, al mondo.
- È proprio necessario che parta? - No. - E allora perché? - Io non posso fermarlo. E se lui vuole andare laggiù, io posso solo dargli una ragione in più per tornare.
Lasciarono la villa con rimpianto, giacché avevano sentito lieve, tra quelle mura, la sorte di amarsi.
- è una voliera - una voliera? - Sì - E a cosa serve? Hervè Joncour teneva fissi gli occhi su quei disegni - tu la riempi di uccelli, più che puoi, poi un giorno che ti succede qualcosa di felice la spalanchi, e li guardi volare via.
Volavano lenti, salendo e scendendo nel cielo, come se volessero cancellarlo, meticolosamente, con le loro ali.
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