Citazioni di Alfredo Oriani
[Sul ciclismo] Viaggiatore silente ed invisibile passate sulla strada come un fantasma, facendo spesso dare un balzo al viandante stracco che vi si trascina ancora.
Nell'ombra della notte si ritorna soli. È l'ora che preferisco per viaggiare in bicicletta, al raggio delle stelle su la strada vuota, per la bianchezza della quale l'occhio vede da lungi sicuramente. Dove si corre?
Volare come un uccello: ecco il sogno; correre sulla bicicletta: ecco oggi il piacere. Si torna giovani, si diventa poeti.
Un giorno Puskin mandò all'Imperatore un volume delle proprie poesie con questa dedica: Opere di Puskin a Nicolò. L'Imperatore fece legare in marocchino molti boni di banca e glieli spedì: Opere di Nicolò a Puskin. Il poeta ebbe lo spirito di rispondere: Maestà, ho letto il primo volume, un capolavoro; aspetto il secondo.
Studierò finché non mi accorga di non capire ciò che studio.
Quando si è amati in una casa ci si ritorna.
Sono nato a Faenza nel 1852, il 22 agosto: la mia è una famiglia aristocratica di campagna, ma senza lustro vero, in decadenza economica dal principio del secolo. Io capitai male: ero l'ultimo di tre fratelli, e parvi subito il più brutto e il peggiore. Bellissimo, intelligentissimo il primogenito, io non ero nemmeno ammesso alla tavola con gli altri... Il mio martirio cominciò presto: ebbe una sosta quando morì il primogenito, perché di maschi restavo solo io.
Di' a quel signore [un direttore di un quotidiano che voleva apportare delle modifiche ad un suo articolo] che mi mandi indietro l'articolo. Se ci leva una virgola, chissà cosa mi fa dire!
Tutti gli enigmi non sono tali se non perché debbono venire sciolti.
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