Citazioni di Antonio Machado
Chitarra di locanda che oggi suoni jota e domani suoni petenera, a seconda polverate corde, chitarra di locanda delle strade, giammai tu fosti lì è sarai poeta. Anima sei che all'anime viandanti dice la solitaria sua armonia... E ascoltandoti sogna il pellegrino d'udire un'aria del natio paese.
Verdi giardinetti, chiare piazzole, fonte verdognola dove l'acqua sogna, dove l'acqua muta finisce sulla pietra. Le foglie d'un verde vizzo, quasi nere dell'acacia, il vento di settembre le bacia, e alcune si porta via gialle, secche, giocando, tra la bianca polvere della terra.
Al vecchio olmo, spaccato dalla folgore e nel mezzo marcito, con le piogge d'aprile e il sole a maggio, sono spuntate alcune verdi foglie. Oh, l'olmo secolare sopra il colle ch'è lambito dal Duero! La corteccia bianchiccia da un gialligno musco è tinta nel tronco putrefatto e polveroso. Come i pioppi canori, che sorvegliano il cammino e la riva, non sarà di rossicci usignuoli popolato. S'arrampica su esso di formiche un esercito in fila, e nelle viscere tramanos i ragni le lor grigie tele. Olmo del Duero, prima che t'abbatta con l'ascia il legnaiuolo, e il falegname trasformi in un mozzo di campana , stanga di carro o giogo di carrettai prima che rosso nel camino arda domani in qualche misera casetta. sull'orlo d'una strada; prima che ti annienti un turbine e ti schianti il soffio delle candide montagne; prima che il fiume ti sospinga al mare per valli e per burroni, olmo, voglio annotare nei miei appunti la grazia del tuo ramo rinverdito. Anche il mio cuore aspetta, alla luce guardando ed alla vita, altro prodigio della primavera.
Lungi dal tuo giardino arde la sera incensi d'oro in fiamme porporine, dietro il bosco di cenere e di rame Dalie del tuo giardino. Malnato il tuo giardino!. Oggi mi sembra l'opera d'un barbiere, con quella miserina palma nana e l'aiuola di mirti ritagliati... e l'arancino nel barile... L'acqua della fonte di pietra non cessa il riso nella conca bianca.
Era una notte del mese di maggio, azzurra e serena. Sull'azzurro cipresso il plenilunio brillava, illuminando la fonte dove l'acqua zampillava or si' or no singhiozzando. Solo la fonte udiva. Poi d'occulto usignolo si senti' il motivo. Ruppe raffica di vento la curva dello zampillo. E una dolce melodia vagò per tutto il giardino: un musicante tra i mirti il suo violino suonava.
Oggi la carne intirizzita cerca tremante il rosso focolare al buio angolo. L'uragano al parossismo ruggisce e fischia, e l'albero stecchito s'abbatte nel giardino e sferza il muro. Piove dalla finestra dietro il vetro appannato le sera grigia e livida sembra ondeggiare nel paesaggio secco, e la nube lontana suda giallo pallore di defunto. L'oscuro cipresseto lungi nereggia e la pineta stenta, che si sfuma nell'aria annuvolata, svanisce sotto il freddo Guadarrama.
La piazza e accesi aranci con i frutti rotondi e sorridenti. Il tumulto dei piccoli scolari che, all'uscire in disordine di scuola, empiono l'aria della piazza in ombra con il clamore delle fresche voci. Gioia infantile nei nascosti siti delle morte città!... E qualcosa di noi, di ieri, ancora vediamo errare in queste vecchie strade!
Moneta che sta nella mano forse si deve serbare; La monetina dell'anima si perde se non si dà.
Io ho quasi un ritratto del mio caro padre, nel tempo, ma il tempo se lo porta via... Mio padre nel giardino di casa nostra mio padre tra i suoi libri, che lavora. Gli occhi grandi, l'alta fronte il viso scarno,i baffi lisci. Mio padre nel giardino della nostra casa medita, sogna, soffre, parla forte. Passeggia - Oh padre mio, ancora se lì e il tempo non ti ha cancellato! Ormai sono più vecchio di te, padre mio,quando mi baciavi. Ma nel ricordo, sono anche il bimbo che tu conducevi per mano.
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