Citazioni di Bjorn Borg
Panatta [...] è un giocatore che potrebbe rappresentare un incubo costante per Jimmy Connors, John McEnroe e me. Lo è invece solo raramente.
Non riesco a prendermela con Nastase quando lui dà i numeri. Quando usciamo dal campo ogni cosa torna al suo posto e siamo amici come prima.
A diciotto o diciannove anni era difficile giocare con Nastase. Io non avevo esperienza e mi innervosiva starmene là ad aspettare che lui finisse di dire cazzate al pubblico, al giudice di sedia e persino a me. L'inizio della partita fu particolarmente duro poiché non capivo mai cosa avesse intenzione di fare. Forse non lo sapeva nemmeno lui. Potevo aspettarmi ogni genere di colpo. Mi arrivavano palle da tutte le parti, e ognuna con un effetto diverso.
Tra gli undici e i dodici anni imprecavo e sbattevo per terra le racchette. Ero quanto di peggio un ragazzino poteva essere su un campo da tennis.
Per i primi tre anni, non ho mai avuto un allenatore. È per questo forse che ho dei colpi così poco convenzionali il rovescio a due mani, e così via. Tutti mi dicevano di smetterla di giocare in quel modo, ma io sentivo che era così che dovevo giocare. Quello che importa non è come colpisci la palla, ma se la palla passa o meno al di là della rete. E quando ci riesci, è bellissimo. Se ti inventi un colpo tutto tuo, un colpo che funziona, e se ti piace giocare così, continua a tirarlo nello stesso modo, anche se non è "classico". Non cercare di cambiarlo.
[Spiegando il precoce ritiro] La mia vita è stata tennis, tennis e poi tennis. A un certo punto non sono stato più in grado di sopportare la cosa. Non so se ero stanco di giocare o se mi avesse stancato tutto quello che ruotava attorno al tennis, quel che è certo è che volevo una vita mia.
Dal punto di vista emotivo per me sarebbe stato molto duro tornare a Wimbledon prima. [...] Molti hanno detto che io ce l'avevo con Wimbledon. Non era affatto vero. Adoro quel torneo. Adoro il suo pubblico. È un torneo tutto speciale, è come la terra benedetta.
[Sulla finale di Wimbledon 1981] A dire il vero non ero poi così deluso. Di tutte le finali che avevo giocato a Wimbledon, quella è l'unica che avrei dovuto vincere. John non aveva giocato bene e se io fossi stato un po' più concentrato, avrei vinto tutti i set. Ma in fin dei conti non me la presi molto a cuore. Non me ne importava. Era strano... Avevo sempre puntato in alto. Tutti i giocatori volevano battermi e la gente si aspettava molto da me. Non c'era giorno della settimana che mi potessi permettere di non sentirmi motivato. Ero quello che non poteva perdere mai.
[Nel 2007] Semplicemente lui non ha punti deboli. È davvero un piacere vederlo giocare. Per me, Roger Federer è il modello giusto per chiunque voglia diventare un giocatore di tennis. È un piacere vederlo giocare. La sua esecuzione dei colpi è migliorata e dubito che esista un colpo che lui non possa fare, in qualsiasi parte del campo... Quando tocca a Roger, tutti i record crolleranno. Lui è un giocatore davvero completo e credo che nessuno potrà fare meglio di lui per molto tempo.
Temi trattati:
Frasi sulla paura
Frasi sulla calma
Frasi sul ricominciare
Frasi sulle vittorie
Frasi sull'emotività
Frasi sulla rivalità
Frasi sull'osare
Frasi sui punti deboli
Visualizza tutti i temi trattati da questo VIP