Citazioni di Dante Gabriel Rossetti
Finché, al suo canto, le nostre anime incorporee a loro volta nascano - sue figlie, ora - quando la vece nuziale della Morte lascia a noi per luce l'aureola dei suoi capelli.
Ombrati dalle sue ali, i nostri volti ora ardono assieme - mentre il suo piede, fatto adulto, vaga nel bosco e le sue calde mani ci apprestano il giaciglio.
Nato con la sua vita, creatura di ardente sete e di squisiti appetiti, lì, accanto al suo cuore pulsava nelle tenebre - finché quel giorno una voce chiamò per lui, e i lacci del nascere si sciolsero.
Come quando il desiderio, a lungo oscuro, inalba, e la madre guarda la prima volta il pargolo neonato, così la mia donna, intenta, sorrise, mentre l'anima sua riconobbe alfine l'Amore da lei nutrito.
Il trono d'Amore non era con loro ma - ben sopra ogni vento ardente di benvenuto e di addio - lui sedeva, in boschetti immoti di cui quelli non sognano; benché Verità preveda il cuore di Amore, e Speranza lo preannunci, e Fama sia desiderabile in virtù di Amore, e Gioventù sia cara, e Vita sia dolce ad Amore.
Segnai le Potenze affini, che il cuore trova belle: Verità, con temute labbra; occhi levati al cielo, la Speranza; e Fama che accende, con ali sonore, le ceneri del | Passato in segnali di fuoco, ad atterrire il volo di Oblio; e Gioventù, con ancora qualche capello d'oro cadente sulla spalla dopo l'ultimo amplesso in cui due dolci braccia lo strinsero forte; e Vita, sempre a intrecciar fiori che vestiranno Morte.
Il sonetto è una moneta: il dritto svela | l'anima; il rovescio, la Potenza cui è dovuta: | serve, che sia in tributo degli augusti | appelli della Vita o in dote al gran corteo | di Amore; o, tra i soffi cavernosi della fosca ripa, | sul palmo di Caronte versi il pedaggio a Morte.
Il sonetto è un monumento al momento, | memento dall'eternità dell'Anima | a un'ora morta e immortale. Fa' che sia | - per un rito lustrale o sinistro portento - | dell'ardua sua pienezza rispettoso: | incidilo in avorio o in ebano, secondo | che Giorno o Notte comandi, e il Tempo veda | il suo fiorito cimiero fulger di perle.
Quand'è ch'io meglio ti vedo, mia amata? Quando, nella luce, gli spiriti dei miei occhi dinanzi al tuo volto - loro altare - celebrano il culto dell'Amore che grazie a te si rivela, o quando nelle ore vespertine - e siamo soli -baciato forte, ed eloquente nel muto rispondere, il tuo volto traluce nell'ombra del crepuscolo e solo la mia anima vede la tua come sua?
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