Citazioni di Doris Lessing
Harriet e David si conobbero a una festa aziendale a cui nessuno dei due aveva avuto molta voglia di andare e subito capirono di non aver atteso altro. Antiquati vecchio stampo, retrogradi, timidi, troppo esigenti così la gente li definiva, ma non terminava qui la lista di aggettivi poco teneri che si attiravano. Entrambi difendevano un'idea di sé a cui erano testardamente attaccati; quella di essere, a buon diritto, gente comune. A quella famosa festa circa duecento persone si accalcavano in una stanza lunga, solenne e troppo decorata che per trecentotrentaquattro giorni l'anno fungeva da sala riunioni. Tre ditte collegate, che in un modo o nell'altro avevano a che fare con l'edilizia, avevano unito le loro forze per organizzare la festa di fine d'anno. C'era un gran baccano. Il ritmo martellante di un'orchestrina scuoteva il pavimento e le pareti. Erano in molti a ballare pigiati assieme per mancanza di spazio; le coppie saltellavano in su e in giù o giravano su se stesse come su un perno invisibile. Le donne si erano tutte agghindate, alcune con abiti fatali, altre in modo bizzarro, altre ancora con colori sgargianti.
[Il diario di Sof'ja] Mentre lo leggevo, mi sentivo così coinvolta che mi sono ritrovata a sognare Sof'ja, a parlarle in prima persona, nel disperato tentativo di raggiungerla per offrire parole di conforto al suo dolore. Spero che questo memoriale delle sue battaglie sia di aiuto e ispirazione alle generazioni presenti e future.
Sof'ja Tolstoja deve aver suddiviso i suoi ultimi anni tra quelli «prima di Certkov» e quelli «dopo Certkov». Abbiamo avuto numerose opportunità di studiare le azioni degli ideologi, ma Vladimir Certkov fu un fenomeno piuttosto nuovo, e probabilmente l'incapacità di Sof'ja di tener testa a quest'uomo fu in parte dovuta alla difficoltà di classificarlo: era religioso? Certo, si dedicava al bene, come un fanatico a essere sinceri. Ma Certkov voleva un'unica cosa: dominare Tolstoj, e in questo ebbe successo.
La Sonata a Kreutzer - che la povera Sof'ja, pur odiandola, dovette copiare - mi sembra una classica descrizione dell'omosessualità maschile.
Afflizione - sì, un atto di profondo dolore, ecco cos'è.
Gli anziani tendono a non vedere - l'hanno dimenticato! - l'essere nascosto nella giovane creatura, il più forte e più potente fra i personaggi che abitano un corpo adolescente, l'essere che istruisce, sceglie l'esperienza - e protegge.
Felicità? È una parola che, di tanto in tanto, nella mia vita, ho raccolto, ho osservato - ma mai l'ho scoperta sotto le stesse sembianze.
Tutti noi ricordiamo quel tempo. Non fu diverso per me da quel che fu per gli altri. Eppure, continuiamo a raccontarci in ogni particolare gli eventi che abbiamo condiviso, e ripetendo, ascoltando, è come se dicessimo: «Fu così anche per te? Allora è vero, fu proprio così, deve essere stato così, non era un mio sogno». Concordiamo o discutiamo come persone che hanno visto creature straordinarie durante un viaggio: «Hai visto quel grosso pesce azzurro? Ah, quello che hai visto tu era giallo!
Quello che le femministe vogliono da me è qualcosa che loro non hanno preso in considerazione perché proviene dalla religione. Vogliono che sia loro testimone. Quello che veramente vorrebbero dirmi è 'Sorella, starò al tuo fianco nella lotta per il giorno in cui quegli uomini bestiali non ci saranno più'. Veramente vogliono che si facciano affermazioni tanto semplificate sugli uomini e sulle donne? In effetti, lo vogliono davvero. Sono arrivata con grande rammarico a questa conclusione.
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