Citazioni di Ezra Pound
Andate, mie canzoni, dai solitari e dagli insoddisfatti, Andate anche da chi ha i nervi a pezzi, dagli schiavi delle convenzioni, Portate loro il mio disprezzo per i loro oppressori. Andate come unonda dacqua fresca, portate il mio disprezzo per gli oppressori. Parlate contro loppressione inconscia, Parlate contro la tirannia di chi è privo di fantasia, Parlate contro i vincoli. Andate dalla borghesia che sta morendo della propria noia, Andate dalle donne dei sobborghi. Andate da quelle orrendamente maritate, Andate da coloro il cui fallimento è celato, Andate dai malaccompagnati, Andate dalla moglie comprata, Andate dalla donna ereditata. Andate da coloro che hanno una concupiscenza delicata, Andate da coloro i cui desideri delicati vengono frustrati, Andate come peste sullottusità del mondo; Andate contro di essa con il vostro taglio, Rafforzate le corde sottili, Recate fiducia alle alghe e ai tentacoli dellanima. Andate in maniera amichevole, Andate con parlar aperto, Siate tesi a scoprire nuovi mali, nuovi beni, Siate contro ogni forma di oppressione. Andate da coloro che sono ispessiti dalla mezza età, Da coloro che hanno perso ogni tipo dinteresse. Andate dagli adolescenti soffocati dalle famiglie- Oh quanto è odioso Vedere tre generazioni della stessa famiglia riunite! E come un vecchio albero con dei germogli, E con alcuni rami marci e cadenti. Andate e sfidate lopinione pubblica, Andate contro questa schiavitù vegetale del sangue. Siate contro ogni forma di manomorta.
Ama il tuo sogno ogni inferiore amore disprezzando, ama il vento ed accorgiti qui che solo i sogni possono esistere veramente, perciò in sogno a raggiungerti mavvio.
Li ho visti tra le nuvole sullerica. Eccoli! Non sostano né per amore né per dolore, Eppure i loro sguardi sono quelli di uninnamorata, Quando il cervo bianco irrompe dal coperto E il vento bianco rompe il mattino. E Fama, il cervo bianco, che inseguiamo, Chiamate la muta del mondo a raccolta!.
Rendi forti i vecchi sogni Perché questo nostro mondo non perda coraggio A lume spento
L'albero m'è penetrato nelle mani, La sua linfa m'è ascesa nelle braccia, L'albero m'è cresciuto nel seno - Profondo, I rami spuntano da me come braccia. Sei albero, Sei muschio, Sei violette trascorse dal vento - Creatura - alta tanto - tu sei, E tutto questo è follia al mondo.
Nessuno mai osò scrivere questo, ma io so come le anime dei grandi talvolta dimorano in noi, e in esse fusi non siamo che il riflesso di queste anime. Così son Dante per un po' e sono un certo Francois Villon, ladro poeta o sono chi per santità nominare farebbe blasfemo il mio nome; un attimo e la fiamma muore. Come nel centro nostro ardesse una sfera trasparente oro fuso, il nostro "Io" e in questa qualche forma s'infonde: Cristo o Giovanni o il Fiorentino; e poi che ogni forma imposta radia il chiaro della sfera, noi cessiamo dall'essere allora e i maestri delle nostre anime perdurano.
Vieni, compiangiamoli quelli che stanno meglio di noi. Vieni, amica, e ricorda che i ricchi han maggiordomi e non amici, E noi abbiamo amici e non maggiordomi. Vieni, compiangiamo gli sposati e i non sposati. L'aurora entra a passettini come una dorata Pavlova, E io son presso al mio desiderio. Ne ha la vita in sé qualcosa di migliore Che quest'ora di chiara freschezza, l'ora di svegliarsi in amore.
Venivi innanzi uscendo dalla notte recavi fiori in mano ora uscirai fuori da una folla confusa, da un tumulto di parole intorno a te. Io che ti avevo veduta fra le cose prime mi adirai quando sentii dire il tuo nome in luoghi volgari. Avrei voluto che le onde fredde sulla mia mente fluttuassero e che il mondo inaridisse come una foglia morta, o vuota bacca di dente di leone, e fosse spazzato via, per poterti ritrovare, sola.
Quello che veramente ami rimane, il resto è scorie Quello che veramente ami non ti sarà strappato Quello che veramente ami è la tua vera eredità Il mondo a chi appartiene, a me, a loro o a nessuno? Prima venne il visibile, quindi il palpabile Elisio, sebbene fosse nelle dimore dinferno, Quello che veramente ami e la tua vera eredita La formica e un centauro nel suo mondo di draghi. Strappa da te la vanità, non fu luomo A creare il coraggio, o lordine, o la grazia, Strappa da te la vanità, ti dico strappala Impara dal mondo verde quale sia il tuo luogo Nella misura dellinvenzione, o nella vera abilità dellartefice, Strappa da te la vanità, Paquin strappala! Il casco verde ha vinto la tua eleganza. Dominati, e gli altri ti sopporteranno Strappa da te la vanità Sei un cane bastonato sotto la grandine, Una pica rigonfia in uno spasimo di sole, Metà nero metà bianco Né distingui unala da una coda Strappa da te la vanità Come son meschini i tuoi rancori Nutriti di falsità. Strappa da te la vanità, Avido di distruggere, avaro di carità, Strappa da te la vanità, Ti dico strappala. Ma avere fatto in luogo di non avere fatto questa non è vanità. Avere, con discrezione, bussato Perché un Blunt aprisse Aver raccolto dal vento una tradizione viva o da un bellocchio antico la fiamma inviolata Questa non è vanità. Qui lerrore è in ciò che non si è fatto, nella diffidenza che fece esitare.
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