Citazioni di Georges Simenon
Le otto di sera. Per milioni di uomini, ciascuno nella sua casa, nel piccolo mondo che si è ceato o di cui è ostaggio, sta volgendo al termine, fredda e nebbiosa, una precisa giornata, quella di mercoledì 3 febbraio. Per René Maugras non c'è né ora né giorno, e solo più tardi la questione del tempo trascorso lo assillerà. Per il momento è ancora in fondo a una voragine scura come gli abissi dell'oceano, privo di contatti con il mondo esterno. Eppure, senza che ne sia cosciente, il suo braccio destro comincia ad agitarsi in modo spasmodico mentre la guancia si gonfia comicamente ogni volta che, respirando, butta fuori l'aria.
Da dietro la parete giunse il suono invadente e volgare di una sveglia, e Dominique sobbalzò come se la suoneria ma che aspettavano a farla smettere! dovesse svegliare lei, alle tre del pomeriggio. Provò un senso di vergogna. Perché? Quel rumore sgraziato le suscitava solo ricordi dolorosi, spiacevoli, malattie, incombenze che la constringevano ad alzarsi nel cuore della notte o all'alba, ma lei non stava dormendo, non si era nemmeno assopita. Neanche per un momento la sua mano aveva smesso di cucire; a dire il vero, un attimo prima era come un cavallo da circo che, lasciato da solo a eseguire un esercizio, ha continuato a girare in tondo e, sentendo la voce di un intruso, ha un sussulto e si ferma di botto.
Per quel che riguarda personalmente Kees Popinga, si deve convenire che alle otto di sera c'era ancora tempo, perché ad ogni buon conto il suo destino non era segnato.
Venerdì 7 novembre. Concarneau è deserta. L'orologio luminoso della città vecchia, tra i bastioni, segna le undici meno cinque.
Lo stesso giorno in cui questa lettera perveniva al giudice istruttore Ernest Coméliau, rue de Seine 23 bis, Parigi, i giornali annunciavano che il dottor Charles Alavoine, nato a Bourgneuf in Vandea, si era ucciso in circostanze poco chiare nell'infermeria del carcere. «Per riguardo verso il suo passato e la sua professione, tenuto conto della sua calma e di quella che il direttore sanitario dell'istituto di pena chiama la sua serenità, veniva lasciato a volte solo per qualche minuto nell'infermeria, dove stava seguendo una cura. «Per questo motivo ha potuto accedere all'armadietto delle sostanze tossiche e avvelenarsi. «È stata aperta un'inchiesta. 15 dicembre 1946». [Explicit]
Dottor Ernest Coméliau, Giudice istruttore, 23 bis, rue de Seine Parigi (VIe) Signor giudice, vorrei tanto che un uomo, un uomo solo, mi capisse. E desidererei che quell'uomo fosse lei. Durante le settimane dell'istruttoria abbiamo passato lunghe ore insieme: ma allora era troppo presto. Lei era un giudice, il mio giudice, e io avrei fatto la figura di chi cerca di scolparsi. Adesso sa che non si tratta di questo, vero?
Nella cabina c'erano dei fiori; la porta si richiuse non appena Rita si fu seduta sulla sua cuccetta. Alle dieci meno un quarto i giornalisti presero d'assalto la scaletta, ma il comandante vigilava personalmente. «Rita Ehrlich? Mai sentita!» rispondeva. E quando protestavano, il comandante scoppiava in una lunga risata. A mezzogiorno, mentre il cargo scendeva il fiume, preparò la tavola della piccola sala da pranzo in cui per settimane, fino ad Amburgo, avrebbe consumato i suoi pasti solo con Rita. Quel giorno lei non si svegliò prima di sera e rifiutò di uscire dalla cabina, dove rimase sdraiata a occhi aperti, a guardare il grosso occhio rotondo dell'oblò argenteo come una luna. [Explicit]
Chi dei due era arrivato lì per primo? E perché scegliere proprio quel posto, anziché un altro? Che cosa aveva di diverso dal terreno circostante? Difficile dirlo; eppure la sterpaglia era meno folta, per quanto riguarda il terreno, e si capiva che era là, e non altrove, che bisognava fermarsi. I due uomini, che in quel momento ignoravano l'uno la presenza dell'altro, guardavano nella stessa direzione, verso il mare inondato di sole su cui sembravano invischiate le vele di una goletta. Poi ci fu quel fremito che annuncia il risveglio di un dormiente, o il pigro stirarsi di un animale, ed entrambi smisero nello stesso istante di fissare il mare e si voltarono.
Avvenne tutto per puro caso! Il giorno prima Maigret non sapeva che avrebbe intrapreso un viaggio. Eppure si era in quella stagione in cui Parigi cominciava a pesargli: un mese di marzo effervescente, che profumava di primavera, con un sole chiaro, penetrante, già tiepido. La signora Maigret si era recata per un paio di settimane in Alsazia da sua sorella che aspettava un bambino. Martedì mattina, dunque, il commissario ricevette una lettera da un collega della Polizia giudiziaria che era andato in pensione un paio d'anni prima e si era stabilito in Dordogne. "...e soprattutto, se un vento propizio ti dovesse condurre in questa regione, ti raccomando di venire a trascorrere alcuni giorni da me. Ho una vecchia domestica che è contenta solo se ho degli ospiti. E poi comincia la stagione del salmone..."
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