Citazioni di Hans Urs von Balthasar
Come può verificarsi rivelazione? Come l'abisso e l'oceano di tutta la realtà potrà rendersi conoscibile? ed udibile ad una "goccia da un secchio" e al "granello di polvere" (Is 40, 15), come "l'erba secca", il "fiore che appassisce" può essere toccato dalla "parola del nostro Dio" che "dura sempre" (Is 40,8)? Presagire il divino, adorarlo da lontano, imparare a tacere dinnanzi ad esso e lasciarlo disporre a suo piacimento: ciò potrà essere concesso alle creature al limite di se stesse.
Un rapporto di conoscenza che non fosse al servizio dell'amore, non potrebbe avere, all'interno della teologia, nessuna pretesa di essere una parte della sua logica.
Rendere testimonianza è ormai, per principio, di più che non semplicemente affermare qualche cosa; include in sé un impegno personale, un pagare di persona per ciò che si afferma.
Paolo è il testimone, martis, nel senso che tutta la sua esistenza riceve forma dalla morte e risurrezione di Gesù.
Nei fatti stessi non si trova mai una contraddizione né un'identità.
Lo Spirito introdurrà anche in ciò che deve ancora venire, nell'autenticamente escatologico, che arrotonda la spiegazione di Gesù e la apre a un tempo alle infinite spiegazioni lungo i tempi.
La verità, che Gesù è, come interprete e interpretato, non è affatto una verità teorica in senso astratto, ma è una verità concretamente contemplata.
L'atto è ad un tempo presa di possesso (conquista) e rinuncia: entrambe le cose però con uno sguardo al senso globale (logos reale) della nostra esistenza.
[Sul mito] Il cristianesimo lo ha irreparabilmente fatto finire, e nessuna epoca postcristiana lo può ridestare.
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