Citazioni di Jack London
Il vento che sino allora aveva impazzato, strappando dagli alberi la veste gelata che li aveva ricoperti, ora aveva tregua.
L'ultimo bagliore del tramonto si spegneva sulle deserte solitudini gelate e, contro l'indistinto colore del cielo, più viva spiccava la massa scura degli abeti che premevano e incalzavano il corso gelato del fiume.
Cupe foreste di abeti rossi saffacciavano arcigne sulle due rive del fiume gelato. Un vento recente aveva strappato dai rami il bianco mantello di ghiaccio e nella luce dellimbrunire gli alberi parevano appoggiarsi luno allaltro, neri e minacciosi. Un vasto silenzio avvolgeva il paesaggio. E il paesaggio stesso era desolato, senza vita, immobile, così solitario e freddo che neppure si poteva dire vi regnasse un senso di tristezza. Vi aleggiava un cenno di risata, ma una risata più terribile di ogni tristezza: una risata senza gioia come il sorriso della sfinge, una risata fredda come il gelo e percorsa dalla caparbia ferocia dellinfallibilità. Era limperiosa e incomunicabile saggezza delleternità, che sbeffeggia la futilità della vita e laffanno per vivere.
Ecco l'improvvisa liberazione del suono! Mentre la cronometrava usando l'orologio, Bassett la paragonò alla tromba di un arcangelo. Sarebbero potute crollare le mura di intere città di fronte a un così irresistibile richiamo, rifletté. Invano, per la millesima volta, cercò di analizzare la qualità del timbro di quell'enorme fragore che dominava la terra sino alle roccaforti delle tribù circostanti. La sorgente era la gola della montagna in cui risuonava crescendo come alta marea fino a tracimare e a inondare terra, cielo e aria. La sua sfrenata fantasia di malato lo spinse a paragonarla al potente urlo di un Titano del Mondo Antico, vessato dal supplizio o dal furore. Crebbe, levandosi sempre più alto, come una sfida esigente la cui intensità di volume pareva destinata a orecchie poste oltre gli angusti confini del sistema solare. C'era, in esso, anche il lamento della protesta provocata dall'assenza di orecchie capaci di ascoltare e di comprendere quell'espressione.
Buck non leggeva i giornali, altrimenti avrebbe saputo quali guai si stavano preparando non soltanto per lui, ma per tutti i cani di forte muscolatura e col pelo lungo e soffice da Puget Sound a San Diego. Brancolando tra le tenebre artiche gli uomini avevano trovato un metallo giallo e, poiché le compagnie di navigazione e di trasporto avevano divulgato la notizia, migliaia di persone correvano verso il Nord. Questi uomini avevano bisogno di cani; cani robusti, con una forte muscolatura e pelo folto per difendersi dal gelo.
Prestai l'orecchio stanco all'interminabile salmodiare sulle azioni e le avventure di Maui, il prometeico semidio della Polinesia, colui che pescò la terra dalle profondità dell'oceano servendosi di ami assicurati al paradiso, che innalzò il cielo sotto il quale in precedenza avevano camminato gli uomini a quattro zampe non avendo lo spazio per rimanere eretti, e che era riuscito a fermare il sole e a intrappolare le sue sedici gambe per convincerlo ad attraversare più lentamente il cielo visto che evidentemente il sole era un sindacalista che credeva nella giornata di sei ore, mentre Maui era favorevole al libero commercio e alla giornata di dodici ore.
Ondeggiava languidamente, cullato da un fiotto di visioni dolcissime: colori delicatissimi, una radiosa luce lo avvolgevano, lo penetravano. Che cos'era? Sembrava un faro. Ma no: era nel suo cervello quell'abbagliante luce bianca. Essa luceva sempre più splendida. Seguì un lungo rombo: gli parve di scivolare lungo una china infinita, e in fondo in fondo, sprofondò nel buio. Ebbe quest'ultima sensazione: seppe di sprofondare nel buio. E nel momento stesso in cui lo seppe, cessò di saperlo.
Ciò ch'egli ignorava, era il fatto d'essere dotato d'una potenza cerebrale straordinaria, e che le persone di vero valore non si incontrano nei salotti del genere di quelli dei Morse; e non immaginava neppure che le persone d'eccezionale valore sono simili alle grandi aquile solitarie che volano molto in alto nell'azzurro, al disopra della terra e della sua supina banalità.
L'anima di Martin andava alla ricerca di quella di lei.
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