Citazioni di Jerry Lewis
[Skinny D'Amato chiede ragione del primo numero comico di Dean e Jerry] "Perchè voi due non mi avete detto che facevate un numero insieme?" chiese Skinny. "Perchè non lo sapevamo neanche noi" risposi.
[All'arrivo di Dean Martin per un periodo di lavoro insieme] Eravamo insieme, e la cosa mi rendeva molto felice. Non ero tagliato per la solitudine.
Diciannovenne ancora in via di sviluppo, ma con un ciuffo in testa che mi aggiungeva quindici centimetri grazie a un chilo e mezzo circa di brillantina arancione... che attirava anche le mosche! I pantaloni erano così attillati che mi bloccavano la circolazione del sangue sulle anche, e portavo il mio maglione Irvington High School, lana cento per cento, un po' pesantuccio per Atlantic City alle tre del pomeriggio di un giorno di luglio. La verità era che non avevo vestiti, a parte il mio abito blu da palcoscenico che sul culo era già diventato trapsarente per il troppo uso. Finchè i pantaloni non ti si logorano sul didietro, non sei un veterano.
[Dopo la sua prima apparizione su un palco, a cinque anni] Da quel momento in avanti, lo showbusiness mi entrò nel sangue. Insieme alla solitudine.
[Su Dean Martin] Dean aveva trovato un trucco fantastico, nella vita. Stare in disparte andava benissimo per lui. Stare sopra la mischia andava ancora meglio. Il suo distacco, la sua freddezza ironica: ecco che cosa gli risolveva la vita.
Dean non ha mai potuto mettere tutto se stesso nelle sue canzoni perchè non era certo del suo valore. Non aveva autostima. Autostima di nessun tipo, voglio dire. Metteva in ridicolo le sue canzoni e se stesso come cantante, perchè se avesse fatto sul serio, il pubblico avrebbe potuto paragonarlo agli altri cantanti. Quando parlavamo di sua madre, venivano fuori i suoi demoni, le sue paure. Sua madre era un'italiana, una donna brutale che gli ha dato un solo articolo di fede per cavarsela nella vita. Cioè: tu i soldi te li metti in tasca e non li tiri fuori mai. Prendi sempre, non dare mai. Se piangi, non vali niente. Se hai emozioni, sei un frocio. E tutta questa roba gliel'ha piantata bene a fondo nella testa. Io, in un anno, gliel'ho espiantata per bene. Parlava con me come un ragazzino che ha bisogno di sfogarsi.
[Su Dean Martin] Non gli davano mai il riconoscimento dovuto. Se avessimo scambiato i ruoli, se dopo tutto quel lavoro di squadra a restare in ombra fossi stato io, non sarei rimasto un anno, altro che dieci.
[Su Elvis Presley] Era una delle persone più gentili che abbia mai conosciuto.
[Su Martin&Lewis] La cosa più bella della nostra coppia è che potevo scrivere o inventare qualsiasi cosa, senza la minima paura. "Dai facciamolo!" "Si ma siamo in diretta, stasera ci guardano cinquanta milioni di persone. Vuoi fare questo numero senza provare?" "È già pronto. E cosa vuoi che mi succeda se la sbaglio? La prossima settimana sarò di nuovo qui." "E va bene." Ecco la bravura di Dean era che reagiva come se avessimo provato per quattro anni. Non mi ostacolava mai, sapeva sempre quando darmi la battuta, quando farsi da parte, dove volevo arrivare io e dove doveva portarmi lui. A volte, sulla scena, restavo a bocca aperta davanti a questa sua straordinaria bravura. E pensare che nel 97 % dei casi neanche si rendeva conto di essere così bravo.
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