Citazioni di Joseph Roth
[...] il letto diventa una casa segreta dentro la casa in vista, la casa palese, e la donna che lì ci aspetta la si ama semplicemente perché è lì disponibile. È lì e disponibile, a ogni ora della notte, in qualunque momento si torni a casa. di conseguenza la si ama. Si ama ciò che è sicuro. Si ama in ispecie ciò che aspetta, ciò che pazienta.
Escluso in mezzo ai vivi significa qualcosa come: extraterritoriale. Ero appunto un extraterritoriale in mezzo ai vivi.
Io vendetti la casa. Mantenni solo la pensione. Fu come se la morte di mia madre avesse cacciato tutti i miei amici da casa nostra. Se ne andarono, uno dopo l'altro. Ormai ci incontravamo solo al caffè Wimmerl. Mio figlio soltanto viveva ancora, per me. «Chi uccide» aveva detto Manes Reisiger «sarà ucciso». Non mi curai più del mondo. Mio figlio lo mandai dal mio amico Laveraville a Parigi. Restai solo, solo, solo. Andavo alla Cripta dei Cappuccini.
«Questo è solo un caldarrostaio,» disse Chojnicki «ma vedete? È addirittura un mestiere simbolico. Simbolico per la vecchia monarchia. Questo signore ha venduto le sue castagne ovunque, in metà dell'Europa si può dire. Dappertutto, ovunque si mangiassero le sue caldarroste, era Austria, governava Francesco Giuseppe. Oggi niente più caldarroste senza visto. Che razza di mondo! Me ne infischio della vostra pensione. Io vado a Steinhof, da mio fratello!».
Com'è caritatevole la natura! I malanni che essa regala alla vecchiaia sono una grazia. Oblio ci regala, sordità e occhi deboli, quando si diventa vecchi; un poco di confusione anche, poco prima della morte. Le ombre da cui questa si fa precedere sono fresche e caritatevoli.
Tutti noi avevamo perso rango e posizione e nome, casa e denaro e valori: passato, presente, futuri. Ogni mattina quando aprivamo gli occhi, ogni notte quando ci mettevamo a dormire imprecavamo alla morte che invano ci aveva attirato alla sua festa grandiosa. E ognuno di noi invidiava i caduti. Riposavano sotto terra e la primavera ventura dalle loro ossa sarebbero nate le violette. Noi invece eravamo tornati a casa disperatamente sterili, coi lombi fiaccati, una generazione votata alla morte, che la morte aveva sdegnato. Il reperto della commissione di arruolamento era irrevocabile. Diceva: «Giudicati inabili alla morte».
La mia vecchia mamma, col suo vecchio bastone nero, teneva lontano il disordine.
L'illecito ha vita corta, il lecito è a priori già di per sé duraturo.
La variopinta allegrezza della città capitale e residenza imperiale si nutriva molto chiaramente mio padre l'aveva detto tante volte del tragico amore dei paesi della Corona per l'Austria: tragico, perché eternamente non ricambiato.
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