Citazioni di Laura Morante
Monicelli, che stimo molto e al quale voglio molto bene, disse in un'intervista che ero un'attrice drammatica con una bella sfumatura comica. Chissà perché tutti mi considerano un'attrice impegnata: per anni ho sofferto di claustrofobia perché non mi lasciavano far ridere.
Sono stata avvantaggiata dal fatto di aver scelto la cinematografia d'autore, che viaggia molto nei festival e apre le porte ad altre nazioni.
Da noi i film sono catalogati per genere: commedia o dramma. In Francia, invece, esiste un genere indefinibile e che io preferisco, e che si situa tra i due estremi: Coeurs di Resnais, per esempio, è un film malinconico ma anche molto buffo.
Conversare mi annoia, preferisco ascoltare e cogliere negli altri sfumature inedite. Rimanere in silenzio mi ha aiutato a superare la timidezza, non quella fisica perché sono una ex atleta e ho un buon rapporto col mio corpo, ma quella della parola: per me dire ti amo era, ed è, ancora complicato, mentre "je t'aime" in fondo non significava nulla
Il cinema racconta l'eccezione, non la regola.
Un film è come una partitura musicale. Bisogna seguire il direttore d'orchestra, accordarsi con gli altri, e capire la partitura, ma è fondamentale metterci del proprio.
Adoro leggere in pubblico e una volta un critico ha detto: sembra che le parole nascano nel momento in cui le pronuncia. Ecco, io voglio far arrivare le emozioni intatte al pubblico. Dare magia al verbo è come interpretare un bel ruolo.
Non credo nella sociologia del personaggio e non sono una patita dei metodi. La recitazione per me è una questione di ritmo, è un'arte musicale come la scrittura.
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