Citazioni di Lorenzo il Magnifico
Tanto crudel fu la prima feruta, sí féro e sí veemente il primo strale, se non che speme il cor nutrisce ed ale, saremi morte giá dolce paruta.
Ardo d'amore, e conviemme cantare per una dama che me strugge el cuore, ch'ogni otta ch'i' la sento ricordare, el cor me brilla e par ch'egli esca fuore. Ella non truova de bellezze pare, cogli occhi gitta fiaccole d'amore; i' sono stato in città e 'n castella e mai ne vidi ignuna tanto bella.
Se ci è alcuna a chi la fava piaccia, | la meglio infranta abbiam che ci si faccia, | con un pestel che insino a' gusci schiaccia, | ma a menar forte ell'esce de' mortai. [da Canzona de' fornai, vv. 11-14]
Dica pur chi mal dir vuole, | noi faremo e voi direte. [da Canzona delle cicale, vv. 31-32]
Orsù! seguiam questa stella benigna, | o donne vaghe, o giovinetti adorni: | tutti vi chiama la bella Ciprigna | a spender lietamente i vostri giorni, | senz'aspettar che 'l dolce tempo | torni, | ché, come fugge un tratto, mai non riede. [da Canzona de' sette pianeti, vv. 21-26]
Cetrïuoli abbiamo e grossi, | di fuor pur ronchiosi e strani; | paion quasi pien' di cossi, | poi sono apritivi e strani; | e' si piglion con duo mani: | di fuor lieva un po' di buccia, | apri ben la bocca e succia; | chi s'avezza, e' non fa male. [da Canzona delle forese, vv. 13-20]
Donne, noi siam maestri d'innestare; | in ogni modo lo sappiam ben fare. [da Canzona degl'innestatori, vv. 1-2]
Chi vince, per dolcezza si gavazza, | dileggia e ghigna, e tutto si diguazza; | credere alla Fortuna è cosa pazza: | aspetta pur che poi si pieghi e chini. [da Canzona de' confortini, vv. 27-30]
Convien giucare e spender bei quattrini. [da Canzona de' confortini]
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