Citazioni di Mario Vargas Llosa
Hai mai conosciuto quegli uomini che in vecchiaia scoprono il sesso e la religione? Diventano ansiosi, ardenti, instancabili.
Neppure l'amicizia viene prima della rivoluzione per un rivoluzionario. [...] La prima cosa è la rivoluzione. Poi, tutto il resto.
Frasi sulla rivoluzione
Correre di mattina lungo il molo di Baranco, quando l'umidità della notte impregna ancora l'aria e rende i marciapiedi scivolosi e lucidi, è un buon modo per cominciare la giornata. Il cielo è grigio, anche d'estate, perché il sole non compare sul quartiere prima delle dieci, e la foschia rende impreciso il limite delle cose, il profilo dei gabbiani, il pellicano che attraversa in volo la linea frantumata della scogliera.
Uno scrittore non sceglie i suoi argomenti, sono questi ultimi a sceglierlo.
La democrazia è un evento che, solitamente, provoca sbadigli nei paesi in cui esiste uno stato di diritto e i cittadini godono di libertà di movimento e d'espressione e d'un sistema giudiziario al quale potersi rivolgere in caso d'aggressione.
Il suo merito più significativo, quello che, forse, costituisce un «unicum» nell'ampio ventaglio delle culture mondiali e che le ha consentito più volte di risorgere dalle proprie rovine quando pareva condannata a morte certa, è stata la capacità di fare autocritica.
In questa società ci sono certe regole, certi pregiudizi e tutto quello che non vi si adatta sembra anormale, un delitto o una malattia.
Non importa quanto sia effimero, un romanzo è qualcosa, mentre la disperazione non è nulla.
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Biografia e libri
Jorge Mario Pedro Vargas Llosa, nato nel 1936 ad Arequipa, Perù, iniziò la carriera letteraria nel 1957, lavorando allo stesso tempo come giornalista, dopo gli studi umanistici in diritto e letteratura. Autore di romanzi diventati icone della cultura sudamericana, come “La città è i cani” e “La casa verde”, dopo un appoggio iniziale al comunismo e al regime castrista virò verso posizioni neoliberali, tanto da candidarsi per la coalizione di centro-destra alle elezioni del 1990, vinte da Fujimori che attuò poi un colpo di stato in Perù. Questo fu il motivo principale che lo spinse a trasferirsi in Spagna, dove venne naturalizzato. Nel 2010 è stato insignito con il Premio Nobel per la Letteratura.