Citazioni di Niccolò Ammaniti
Nel cinema italiano manca la follia, anche per i giovani registi che si fermano un attimo prima.
Non mi interessa quel cinema che chiede una identificazione con i valori e i problemi della famiglia borghese. La borghesia italiana, oggi, non ha granché da dire.
Mi hanno colpito i film di alcuni giovani registi: penso ai bambini di Crialese a Lampedusa, ai pescatori di Marra, agli emarginati di Sorrentino. Sono storie semplici che recuperavano la marginalità, la necessità di sopravvivere, di resistere, di rimanere uomini in situazioni difficili. L'unico limite, secondo me, è che gli autori quando arrivano a un nocciolo, a un monumento duro si sottraggono. Si fermano un attimo prima, come se scattasse una sorta di pudore, forse culturale.
Bisognerebbe avere più sceneggiatori, che in Italia mancano e spesso sono schiavi di progetti che vengono dall'alto. Ci vorrebbero più sceneggiature originali, storie che funzionino e che sappiano rappresentare l'Italia oggi. I registi inoltre non sempre dovrebbero essere autori.
Provarci era uguale a un tuffo da uno scoglio alto. Ti affacci, guardi sotto, torni indietro e dici chi me lo fa fare, ci riprovi, esiti, scuoti la testa e, quando tutti si sono buttati e si sono rotti di aspettarti, ti fai il segno della croce, chiudi gli occhi e ti lanci giù urlando.
Dentro, da qualche parte nel basso ventre, covava una roba che lo faceva stare di merda. Una di quelle robe che ti consumano piano piano, che ti ammalano come un morbo dalla lenta incubazione, e di cui non puoi parlare a nessuno perché se per caso sputi il rospo ti crolla in testa tutto il teatrino del c.
Bisogna scrivere sotto la pelle. Bisogna che parole d'amore si fondano con i nervi, che frasi luminose ci illuminino l'encefalo come fuochi d'artificio, che storie d'avventura ci infettino il sistema nervoso e lo stomaco. In una università americana hanno insegnato a scrivere a un "macacus resusu", con le sue mani tozze e maldestre ha vergato con fatica su un foglio una sola parola: banana. Io ogni giorno scrivo banana. Io scrivo poco, perché scrivendo tanto sbaglio.
Ha capito subito perché lo aveva fatto. Per combattere una cosa maligna che ci abbiamo dentro e che cresce e ci trasforma in bestie. Si è tagliato in due la vita per liberarsene.
Da bambino sognavo spesso i mostri... e riuscivo a fregarli, ma anche ora da grande qualche volta mi capita di sognarli... ma non riesco più a fregarli.
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Biografia e libri
Niccolò Ammaniti, romano classe 1966, è uno degli autori più apprezzati del panorama letterario italiano. Dopo l’esordio nel 1994 con “Branchie”, ha pubblicato romanzi diventati veri e propri best sellers, fra cui “Io non ho paura”, portato al cinema da Gabriele Salvatores, e “Come Dio comanda”, vincitore del Premio Strega nel 2007 e adattato per il grande schermo sempre da Salvatores l’anno successivo. Ha collaborato anche con il regista Alex Infascelli, nel 2004, scrivendo il soggetto per il film “Il siero della vanità”. Dal 2005 è sposato con l’attrice Lorenza Indovina. “Anna”, uscito nel 2015, è il suo settimo romanzo.