Citazioni di Paul Valéry
Cieli son io: ritorno dagli spechi della morte. Qui ascolto londa rompersi ai gradini sonori, qui rivedo le galee nellaurora, che resuscitano ombra sul filo dei dorati remi. Con le mani solinghe chiamo i re la cui barba di sale m allietava le pure dita. E io piangevo e quelli cantavano i trionfi oscuri e i golfi perduti a poppa delle loro barche. Ascolto le profonde conche e i litui militari che il volo ai remi scandono; il chiaro canto della ciurma scioglie il tumulto e gli dei sopra leroica prora esaltati, con i sorrisi antichi cui insulta la schiuma, verso me tendono abbracci indulgenti e scolpiti
Nati dal mio silenzio, posati santamente, lentamente, i tuoi passi procedono al mio letto di veglia muti e gelidi. Persona pura, ombra divina, come dolci i passi che trattieni. O iddii, quali indovino i doni che mi attendono sopra quei piedi nudi! Se da protese labbra, per' acquietarlo, all'ospite dei miei sogni prepari d'un bacio il nutrimento, non affrettarlo il gesto tenero, dolcezza di essere e non essere: io vissi dell'attesa di te, il mio lento cuore non era che i tuoi passi.
Un chiaro fuoco mabita e vedo freddamente la violenta vita, illuminata tutta io non posso più amare oramai che dormendo i suoi graziosi atti mescolati di luce. I giorni miei, la notte, mi riportano sguardi dopo i primi momenti di un infelice sonno, quando sparsa nel buio è la sventura stessa, tornano a farmi vivere, mi danno ancora occhi. Se erompe quella gioia, uneco che mi sveglia ributta solo un morto, alla mia riva di carne. E al mio orecchio sospende, il mio riso straniero come alla vuota conchiglia un sussurro di mare, il dubbio sul bordo di unestrema meraviglia, se io sono, se fui; se dormo oppure veglio?
Che puro gioco di lampi sottili consuma ogni diamante d'impalpabile schiuma, e quanta pace che sia nata sembra; quando sopra l'abisso un sole posa, opere schiette d'una causa eterna, scintilla il tempo e il sogno è conoscenza.
Quelle che sono fiori leggeri son venute, figurine d'oro, bellezze minute dove iride diviene, debole luna Eccole fuggire melodiose nel bosco rischiarato. Di malva e d'iris e di notturne rose le grazie nella notte, sotto la loro danza, schiuse. Che velati profumi, da quelle dita d'oro! Ma si sfoglia l'azzurro in questo morto bosco e riluce a fatica un filo d'acqua sottile, riposata, come tesoro pallido di antica rugiada, da cui il silenzio in fiori sale. Eccoli melodiosi fuggire nel bosco rischiarato. Graziose quelle mani verso gli amati calici; un po' di luna dorme sulle devote labbra e le loro braccia splendide, dai gesti addormentati dipanano piacevolmente sotto gli amici mirti i fulvi loro vincoli, carezze Ma talune del ritmo meno schiave e delle arpe lontane verso un sepolto lago vanno con passo lieve a bere dai gigli la gracile acqua in cui dorme l'oblio.
Ormai la parola "virtù" non si incontra più se non al catechismo, nelle barzellette, all'accademia e nelle operette.
Voglio ciò che voglio.
All'inizio era la Favola. E vi sarà sempre.
Un uomo è più complesso, infinitamente più complesso dei suoi pensieri.
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Frasi sul trionfo
Frasi sui doni
Frasi sulla lentezza
Frasi sui passi
Frasi sull'attesa
Frasi sulle scintille
Frasi sugli abbracci
Frasi sull'indovinare
Frasi sulla barba
Frasi sui diamanti
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