Citazioni di Riccardo Muti
Personalmente non c'è mai stato nulla tra me e Claudio Abbado, solo che per trent'anni hanno detto che ci odiavamo a morte, voci messe in giro dai fanatici della lirica. Quando mi ha chiesto la "Cherubini" ho immediatamente detto sì, per i ragazzi una straordinaria opportunità di lavoro. Alcuni si sono sorpresi, noi due per niente, abbiamo un rapporto di grande stima reciproca.
Non c'è nessuna differenza tra uomini e donne sul podio, ma la loro tendenza a mascolinizzarsi è un errore. Devono esprimere la loro femminilità. Le vedrei bene nella sensibilità di Schubert, meno nella Tempesta dell'Otello che potrebbe sembrare la negazione della femminilità. E poi quando si vestono con il frac... Io ho sempre detestato quell'abito da pinguino.
Sono un nostalgico, per me è difficile stare fuori casa, mi sono sempre sentito come un piccolo Ulisse.
Siccome non voglio finire con una Sinfonia aggravante, come si direbbe a Napoli, chiuderemo con il Don Pasquale di Donizetti. Che c' ntra con la Quinta di Beethoven? Per i critici è un errore stilistico gravissimo, a me nun me ne importa nient'.
Rostropovich? Quando dirigevo a Philadelphia lui era a Washington. Mi chiamava Riccardocka, una specie di Riccardino. Sempre affettuoso, mi ha dato prove di grande amicizia e solidarietà. Amava la convivialità, ogni volta che c' era un brindisi allungava anche a me la vodka: la mattina dopo lui era brillante e io avevo passato una notte d'inferno.
La musica non si fa ridendo e scherzando, ma lavorando sodo. Credo nell'autorità di convincere che la mia idea musicale non sia l'unica possibile, ma quella giusta in quel momento.
Amo Chicago, vi lavorò Enrico Fermi e oggi tanti ricercatori italiani; con il grande violoncellista Yo Yo Ma porterò la musica anche nelle scuole e nelle carceri.
Pur essendo una società multietnica, l'America deve lavorare sulle persone che vengono da culture lontane che hanno valore universale e possono diventare patrimonio dell'umanità.
Nel Conservatorio di Napoli vive ancora quel mondo del Settecento confluito dai quattro collegi della città quando, nel secolo passato, se ne è raccolta la sede. Il fatto che io riesca - si dice - ad essere buon interprete del classicismo è forse la combinazione di una classicità innata e dell'educazione ricevuta, a Napoli e per sedici anni in Puglia.
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