Citazioni di Sully Prudhomme
Discorso della Virtù. La Virtù non promette niente, si limita a compiacersi dei propri atti. Al coraggio propone delle prove di dolore e come ricompensa alla vita offre il puro sentimento della dignità. [Lunedì, 1 febbraio 1864]
Quando uno ha approfondito un problema filosofico deve, in qualche modo, indietreggiare come un pittore davanti al quadro e guardare ciò che ha prodotto. [Sabato, 30 gennaio 1864]
Non credere, amico mio, che l'uomo sia capace di sentire tanta felicità quanta ne può concepire; c'è nel desiderio e nell'immaginazione meno forza che nella sensibilità. [Giovedì, 19 febbraio 1863]
Pascal, ti ammiro, sei mio, penetro il tuo pensiero come se io pensassi in te; tristezza magnanima, profonda, profonda come la notte; com'essa è piena di deboli luci lontane! Sii mio maestro, adottami; io soffro infinitamente, gravito intorno alla verità, non la raggiungo mai. Hai tu veramente creduto alla rivelazione? [Domenica, 5 ottobre 1862]
Arriverò a una soluzione circa il problema del tempo. Quando l'infinito mostra un lembo della sua veste, esso getta sul problema la sua ombra immensa; allora si brancola, ma è fatica perduta. [Sabato, 4 ottobre 1862]
Quando una donna è veramente casta, è anche incorruttibile; crederò meno facilmente ai cedimenti morali di donne angeliche. [Giovedì, 2 ottobre 1862]
1 ottobre 1862 Buona giornata. Diritto romano, lavorato con piacere... Valgo più di quanto pensassi. Alle cinque intensa meditazione sulla coscienza (è e sa di essere). ...Riflessioni sulla felicità; non si deve sognare la felicità al di fuori di quelle che sono le condizioni fondamentali dell'essenza umana; ora, la nostra essenza comporta la sazietà e la noia; la felicità perciò consiste nella soddisfazione della nostra essenza, ma nell'esercizio delle nostre facoltà; essa è una condizione terrestre. Poesia: Voi somigliate alla mia giovinezza.
E voi magari la credete morta? | No. Il giorno che per lei io il lutto presi, | non distinsi funerei drappi appesi | né vidi bara innanzi alla sua porta.
Vediamo a volte, nelle buie scuole, | dei ragazzini che son sempre in pianto. | Si scatenano, gli altri in capriole, | ma loro si rannicchiano in un canto. | Dicono i forti che sono fanciulle, | ed i furbi li chiamano innocenti. | Sono dolci, regalano i trastulli; non faranno di certo i commercianti.
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