Citazioni di Wim Wenders
Ero pittore e il mio unico interesse era lo spazio; soprattutto paesaggi e città. Sono diventato cineasta perché sentivo che – come pittore – mi trovavo ad un punto morto. Ai dipinti mancava qualcosa e mancava nel lavoro del pittore; personalmente pensavo che mancasse una nozione del tempo. Così quando ho cominciato a fare film, all'inizio, mi consideravo un pittore di spazio in cerca del tempo. Non mi è mai accaduto di chiamare ciò "narrare". Ho dovuto rendermi conto col tempo che lo é. Credo di essere stato molto ingenuo.
Frasi sui paesaggi
Frasi sull'ingenuità
I registi ad ogni film vedono anche per gli altri. È un atto di grande responsabilità. Si possono anche mettere i paraocchi per gli altri. Il regista non fa solo vedere, ma fa vivere una storia, fa ascoltare musica. Il film è un'esperienza molto complessa dove vedere è ovviamente determinante, ma anche ascoltare, sentire.
Ogni scena, ogni inquadratura deve emanare leggerezza e calma. Il film come forma che tende alla chiusura, ma allo stesso tempo tende a rompere gli argini: diventa significativo proprio nelle fessure degli argini, dove qualcosa sfugge.
Ci sono film come spazi chiusi, non lasciano il minimo spazio vuoto tra le immagini, non permettono di vedere quello che rimane fuori dal film, non consentono agli occhi e ai pensieri di muoversi liberamente. Lo spettatore non può riversarvi nulla di proprio, nessun sentimento, nessuna esperienza. Solo i film che lasciano questo spazio vuoto raccontano una storia, perché una storia si produce innanzitutto nella testa dello spettatore.
Se una macchina fotografica riprende in ambedue le direzioni, in avanti e indietro, fondendo le due immagini tra loro in modo che il dietro si risolva nel davanti, allora essa permette al fotografo già nell'istante della ripresa di essere davanti, dentro alle cose, e non separato da loro.
In tutti i parchi naturali vengono indicati da cartelli tutti i punti da cui si gode una bella vista, dove vale la pena di fotografare. Le inquadrature per le foto sono già pronte, affinché milioni di persone possano scattare le loro immagini che confermano l'immagine che viene già offerta.
Ci sono dei film nei quali non si può scoprire niente perché non c'è niente da scoprire; tutto salta agli occhi e tutto è fatto perché si comprenda e si veda sotto tale angolazione e in maniera univoca.
In un certo senso sono diventato narratore contro la mia volontà, e credo che dai miei primi film emerga con chiarezza questa mia sfiducia nelle storie. Mi pareva che introducessero immediatamente un elemento di bugia, come un'assenza di verità, mentre invece ogni singola immagine possiede in sé tutta la verità necessaria, che va subito persa appena quella stessa immagine viene inserita in un contesto.
Il montaggio non mi è mai piaciuto, l'ho sempre considerato un po' come un sacrilegio contro ogni singola immagine.
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